La nostra consueta rubrica oggi conentra la propria attenzione sul centrocampista argentino alla corte di Giampiero Ventura nella stagione 2002-2003.

L’ex ct della nazionale italiana, si sa, senza i suoi fedelissimi pare si senta incompleto.

E se nella splendida cavalcata verso la serie A del 1997-1998 chiese ed ottenne i vari De Patre, Macellari, Centurioni e Zanoncelli, nella sua seconda parentesi in rossoblù chiese al presidente Cellino di portare in Sardegna Mauricio Hèctor Pineda.

Terzino sinistro o all’occorrenza centrocampista, l’argentino non impiega tanto a trovare una maglia da titolare, ma per sua sfortuna le sue prestazioni, come del resto quelle della squadra, non fanno di certo impazzire piazza ed addetti ai lavori.

Non manca di cosiddetta “garra”, ma la sua classica azione, portarsi il pallone sul destro ed accentrare il suo raggio d’azione, viene ben presto compresa dagli avversari che gli chiudono i varchi.

Durante una trasferta rimedia una brutta botta al fianco che condiziona il resto della sua stagione e Ventura gli consiglia di tornare in Argentina e di tornare una volta guarito del tutto.

Ma il tecnico ligure non immaginava che la stagione successiva, 2003-2004, sarebbe stato esonerato dopo la gara interna contro il Piacenza in quel di Tempio Pausania per essere sostituito da Edoardo Reja.

E Pineda? Durante l’estate del 2004 con l’ambiente rossoblù in festa per la promozione in serie A dopo 4 anni di cadetteria, si fece vedere negli uffici della sede di Viale La Playa nella speranza di riottenere un ingaggio.

Una volta compreso che il sodalizio non ne aveva la minima intenzione se ne tornò stizzito nel suo paese.

Il fedelissimo di Ventura lasciò Cagliari e l’Italia dopo aver vestito per ventidue volte la maglia rossoblù. Nessun goal all’attivo, ma un assist per Simone Loria in una rocambolesca gara contro il Palermo terminata con il risultato di 2-2.

Forse il suo unico vero momento di gioia in Sardegna.