Tre stagioni, 79 presenze, 3 gol. E migliaia di emozioni. Marco Andreolli, a Verona sponda Chievo dal 2010 al 2013, ha vissuto probabilmente gli anni migliori della sua carriera. Sabato pomeriggio rivedrà i colori gialloblù. ma solo da avversario.
L’Unione Sarda ripercorre la carriera del numero 3 rossoblù. Dai colli piacentini fino a Milano. Il pallone prende presto il posto dei compiti del liceo artistico e dell’idea, solo accarezzata, di diventare un architetto. Il sogno da bambino con la maglia nerazzurra e l’esordio con l’Inter, prima in campionato contro la Reggina, poi in Champions sul campo dei Glasgow Rangers. Andreolli ha la testa solo sul campo.
Viene ceduto alla Roma a soli ventuno anni. Vicenza e Sassuolo in B, poi il ritorno nella Capitale, dove è chiuso da problemi fisici e da allenatori, Spalletti e Ranieri, che non credono in lui.
Per cambiare aria c’è la proposta Napoli o l’avventura all’estero con l’Espanyol. Ma Andreolli sceglie la tranquilla Verona, dove con il Chievo ricomincia a giocare e incanta tutti. La difesa gialloblù diventa un muro. Il primo anno è undicesimo posto, ma soprattutto quarta miglior difesa della Serie A. Dopo il secondo anno ci sarebbe l’interesse della Juve, ma il Chievo dice “no”.
È dopo il terzo anno che le strade del Chievo e di Andreolli si separano. È il cuore che lo chiama. L’Inter ha bisogno di un centrale e lui è in scadenza di contratto. I nerazzurri e il centrale ci riprovano, senza risultati. Due anni opachi e nel 2015 il prestito al Siviglia, chiamato da Monchi. L’inizio è convincente, ma poi tornano i guai fisici: rottura del tendine e stagione finita. Andreolli torna in Italia, il contratto con l’Inter scade e lui deve scegliere una nuova avventura. Il Chievo ci riprova, ma lui questa volta sceglie il Cagliari.
Andreolli e il Chievo si rincontreranno, sabato al Bentegodi. In campo sarà battaglia e contrasti. Fuori, solo abbracci.