Per la nostra consueta rubrica Penna in trasferta abbiamo contattato in esclusiva il giornalista de Il Corriere dello Sport-Stadio, Furio Fedele.
Argomento portante la partita si sabato sera tra Cagliari e Juventus.
Sulla carta una sfida senza storia.
“In linea puramente teorica direi di sì. La Juventus è quasi imbattibile, ma il Cagliari potrebbe provare a fare la sua partita. Gioca in casa, in uno stadio con un pubblico caldissimo e molto vicino al campo. Ovvio che questi dettagli non bastano per battere la Juventus, ma non si sa mai”.
Esiste la remota possibilità che la Juventus possa sottovalutare l’avversario o patire lo sforzo della partita di Coppa Italia?
“Improbabile. Dopo l’ultima sconfitta in casa della Sampdoria, Allegri ha ulteriormente preso per mano la squadra lavorando sotto l’aspetto mentale. È un allenatore molto capace a centellinare gli sforzi, oltre a trasmettere una grinta ed una fame tale da portare i suoi uomini a dare sempre il cento per cento. Inoltre ha una rosa talmente forte e ricca che se le riserve dovessero iscriversi come squadra al campionato di serie A arriverebbero tranquillamente tra le prime cinque”.
Il suo pensiero sul Cagliari.
“Indubbiamente è una buona squadra. Quest’anno è successo qualcosa che ha portato all’esonero di Rastelli ed è stato ingaggiato López il cui rendimento non si discosta più di tanto rispetto al predecessore. Sono un fan di Rastelli, del resto è riuscito a riportare la squadra subito in serie A e a salvarla al suo primo anno in massima serie. Considerato che Benevento e Verona sono in una situazione decisamente compromessa, il Cagliari dovrebbe ottenere la salvezza, salvo stravolgimenti”.
Come dovrebbe operare su questa finestra di mercato?
“Di certo guarderei al futuro, più che all’immediato. Opererei in vista della prossima stagione, dunque un discorso basato sulla programmazione”.
Il suo pensiero su Nicolò Barella.
“È oramai una certezza, per il Cagliari e per il calcio italiano. Deve pensare a concludere bene la stagione con il Cagliari. È oramai noto che le squadre più blasonate del nostro campionato gli abbiano posto gli occhi addosso, ma fossi in lui eviterei il passaggio immediato in una ‘grande’ in quanto rischierebbe di perdersi. Sarebbe più appropriato una consacrazione in una squadra intermedia, come ad esempio la Fiorentina o il Torino per poi fare il definitivo salto di qualità “.