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Una garanzia per il Cagliari, Luca Cigarini. Il regista acquistato in estate proprio per dare ordine alla manovra rossoblù. A lui sono state consegnate le chiavi del centrocampo, mai restituite. Anche in occasione dell’altra partita saltata – Lazio-Cagliari all’Olimpico, la prima di López – non fu scelta tecnica, ma strategia per tenere il centrocampista emiliano al caldo in vista del match fondamentale col Benevento, poi vinto.

Oggi Ciga rientra dopo una giornata di squalifica, per il quinto giallo in 16 partite. E lo fa in un momento delicatissimo, come riporta La Gazzetta dello Sport: sette partite senza vincere (otto se provassimo già a contare il match dell’epifania con la Juve) sarebbero davvero difficili da digerire. Cigarini torna in campo proprio a Bergamo, dove ha giocato nella stagione 2008-2009 e poi per cinque stagioni dal 2011 al 2016. Per tutti, specie per Prandelli, suo primo mister, era “il Professore“. Qui ha cominciato come allievo di Cristiano Doni e chiuso come guida di Daniele Baselli. Un grande amore per la Dea quello del centrocampista ora in rossoblù, tanto che è stato anche capitano dei nerazzurri.

Dopo l’annata difficile a Genova ecco la Sardegna, dove Rastelli lo ha accolto con un anno di ritardo. Imprescindibile per il tecnico campano, lo è stato e lo è pure per quello uruguagio, che ieri lo ha elogiato in conferenza: “Con la Fiorentina si è sentita molto la sua mancanza. Fino a un mese fa non sentivo parlare di lui in questi termini. Si diceva che era lento, ma, andando al suo ritmo, ha fatto la sua carriera perché è un giocatore intelligente. È in A da tanti anni. Mi fa piacere che molta gente si renda conto della sua importanza“.

L’ideale sarebbe anche ridurre i cartellini gialli, troppi. Un mediano aggressivo, certo, ma che rischia di dover saltare troppe partite importanti: a Cagliari la prima è stata con la Fiorentina dopo cinque gialli. A Bergamo raggiunse il record di 23 ammonizioni in 32 partite. L’anno scorso alla Samp quattro partite e, immancabili, tre gialli. Ma il Ciga è il fosforo del Cagliari, lo si è capito nella disastrosa partita con la Viola. E López non può più permettersi di perderlo.

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