Non è di certo andata come se l’aspettava mister López. Il tecnico uruguagio assicura: “Cossu? Lo farei giocare di nuovo, non cambierei idea“. Ma sicuramente non pensava un atteggiamento in campo così remissivo e deconcentrato, e a un attacco così sterile.
L’idea iniziale aveva pure un fondamento, come analizza L’Unione Sarda: Chiesa è l’uomo più pericoloso dei viola, gli metto addosso, oltre a Padoin, anche Barella, che dunque rimane mezzala. Il numero 18 potrà così rubare palloni al talentuoso esterno figlio d’arte e poi magare insinuarsi negli spazi lasciati dalle proiezioni offensive dello stesso. Come regista, dunque, data l’assenza di Cigarini, riprovo Cossu. Evidente, tuttavia, il fallimento del piano tattico, specie nel momento in cui la Fiorentina di Pioli, schierandosi col 3-5-2, ha sbaragliato le carte. E lì il Cagliari ha dovuto provare a tenere ugualmente. Va da sé, non c’è riuscito.
Non solo perché l’esperimento Cossu è fallito già dopo venticinque minuti – di pura sofferenza – a seguito dei quali López ha ridisegnato il Cagliari con l’avanzamento di Cossu al suo ruolo naturale di trequartista, l’abbassamento di JP a mezzala e l’adattamento di Barella come playmaker. Ma anche e soprattutto perché i rossoblù non sono mai sembrati in partita. E testimonianza ne sia l’unico tiro effettuato nello specchio della porta: Joao Pedro, nel primo tempo. Sembra pertanto arrivato il momento che López, dopo aver sistemato la fase difensiva, cominci a programmare il miglioramento, urgente, anche dell’azione d’attacco.