Toto, Tore, Salvatore. Chiamatelo come volete, ma l’ex rossoblù Burrai è certamente uno dei principali artefici dell’impresa del Pordenone, una di quelle da romanzo calcistico. Protagonista in positivo in tutto il cammino in Coppa Italia che ha portato la squadra splendidamente orchestrata da mister Colucci agli ottavi, a giocarsela a San Siro contro l’Inter dopo il successo proprio a Cagliari.
Fino all’errore decisivo dal dischetto, che, come confessa il regista sassarese in una lunga intervista sulle colonne de La Nuova Sardegna, lascia un po’ di amaro in bocca.”Io sono un po’ deluso. Forse ci hanno sottovalutati, ma quando siamo arrivati ai rigori erano molto più spaventati di noi. Dopo la prima serie di rigori ero convinto che saremmo riusciti a strappare la qualificazione. Però mi rendo conto che è stata comunque un’impresa. Abbiamo preparato bene la gara e abbiamo disputato una grandissima partita. Devo dire che giocare al Meazza, davanti a 4000 tifosi venuti da Pordenone, ci ha dato una spinta emotiva molto forte. E’ un risultato che resterà nella storia del calcio friulano e, forse, non solo”.
Una soddisfazione anche personale: “Sono uno dei veterani della squadra. Ho giocato in campionati importati ma la gara di martedì resterà come il ricordo più bello di una carriera che mi ha regalato tante emozioni“. Carriera che dopo Orosei e Nuoro si era spostata proprio a Cagliari: “Sono sardo di Orosei e mi sento isolano anche se da tanti anni giro l’Italia tirando calci al pallone. Ho sposato una ragazza di Cagliari e ho i parenti e tanti amici nell’isola. L’addio al Cagliari? La società non mi aveva ritenuto all’altezza. Allora erano altri tempi e c’era un’altra proprietà. Forse oggi le cose sarebbero andate diversamente. Certo, mi sarebbe piaciuto giocare in una squadra di casa”.
Una delusione ripagata, almeno in parte, dal lungo applauso della Sardegna Arena nel match di due settimane fa: “L’ho sentito e mi ha fatto piacere. E’ la conferma di quanto dicevo prima. Forse io e altri ragazzi sardi avremo meritato maggiori attenzioni da parte della società rossoblù. Ora però a Pordenone sto benissimo. C’è una società seria, un gruppo di compagni molto validi e un bell’ambiente”.