Quante occasioni. Quanti errori. Quanti gol. Leonardo Pavoletti sabato contro l’Inter si è confermato un bomber a due facce.
Un po’ goleador e un po’ sprecone. Un po’ cecchino, come quando sul cross di Paolo Faragò, al 71’, si è liberato per un attimo dall’asfissiante marcatura di Skriniar e Miranda e solo al centro dell’area di rigore ha scaraventato il pallone in rete con un secco destro al volo.
Ma anche, spesso e volentieri, impreciso. Come quando nel primo tempo ha tirato addosso ad Handanovic l’occasione più ghiotta della partita dei rossoblù: cross del solito Faragò e Pavoloso, appostato sul secondo palo, prova la zampata col sinistro da due passi. Ma il portiere sloveno si posiziona benissimo e sventa la minaccia. O anche, successivamente quando prova a girare in rete un pallone morto appena dentro l’area di rigore: tiro morbido che finisce tra le braccia di Handanovic.
Eppure Leonardo Pavoletti ha fatto una partita sontuosa contro i nerazzurri: non solo il gol, non solo i movimenti precisi (e le conseguenti occasioni, pur sprecate), ma tanti palloni alti arpionati, controllati e gestiti per far salire la squadra. Un lavoro da boa, da centravanti puro.
Quello che tra gol fatti, gol mangiati e lavoro sporco, Pavoletti sta diventando per il Cagliari.