Ben sette sconfitte e solo tre vittorie.
Il ruolino di marcia dei rossoblù nelle prime dieci giornate del campionato 2017-2018 non è stato assolutamente esaltante, tutt’altro. L’esonero di Massimo Rastelli, con il conseguente ingaggio di Diego López non ha, almeno per il momento, sortito gli effetti sperati e la piazza continua a manifestare il proprio lecito dissenso.
Dissenso per le scelte tecniche, per quelle di mercato, per il rendimento dei singoli e all’interno di questo calderone è ben presto finito pure Simone Padoin.
Il Talismano è giunto nell’isola dopo il magico quinquennio passato da gregario alla Vecchia Signora, con il desiderio di rimettersi in gioco alla non più verde età di 32 anni. Dopo una discreta stagione in cui si è contraddistinto per la sua duttilità e capacità di adattarsi facilmente ad ogni situazione di gioco, quest’anno pare aver trovato maggiore fatica, ma il suo spirito di abnegazione e la sua professionalità sono sempre da tenere in considerazione.
Esterno basso o alto, a destra o sinistra, o mezz’ala, per lui non fa differenza e cerca di dimostrarlo in ogni partita soprattutto con il suo cosiddetto lavoro oscuro, che magari non risulta evidente agli occhi della maggioranza, ma comunque prezioso per l’economia generale della squadra.
È indubbio che nella difficoltà generale della squadra di trovare identità, gioco e punti, chiunque è soggetto ad errori e conseguenti critiche, ma il Cagliari che deve cercare con le unghie e con i denti di ottenere un’altra permanenza nella massima serie ha bisogno anche dell’esperienza e del lavoro del suo Talismano.