
Sabato si parte. Inizia una nuova avventura in Serie A per il Cagliari, che si troverà subito di fronte l’avversario per eccellenza. Juventus-Cagliari non è mai una partita qualunque: tanti gli aneddoti che ritornano alla mente ogni qualvolta i colori bianconeri incrociano quelli rossoblù.
Uno di questi è certamente quello che riporta al 15 marzo 1970, quando Juventus e Cagliari, pareggiando per 2-2, mantennero vive le rispettive speranze di vincere il campionato. Dopo l’autorete di Comunardo Niccolai, il Cagliari riuscì a rimediare con la solita rete di Gigi Riva.
Nella ripresa, però, si calò nei panni da protagonista il personaggio che non ti aspetti: l’arbitro Concetto Lo Bello fischiò infatti un rigore a favore della Juventus, che secondo i ricordi dei rossoblù di allora poteva essere definito come piuttosto “ridicolo”. Batté Helmut Haller, ma Ricky Albertosi riuscì a intuire la traiettoria del tiro e salvò la sua porta. Tutto bene? Non secondo Concetto Lo Bello, che ebbe qualcosa da ridire al portiere rossoblù (probabilmente per essersi mosso prima del tiro di Haller), e ordinò la ripetizione del penalty. La seconda volta sul dischetto si presentò Pietro Anastasi, che non fallì l’occasione. Palpabile fu la disperazione dei giocatori del Cagliari.
I colpi di scena non finirono affatto, e Concetto Lo Bello salì in cattedra ancora una volta. Secondo i racconti di Pierluigi Cera, infatti, l’autoritaria “giacchetta nera” consigliò ai giocatori rossoblù di lanciare la palla in area, in direzione di Riva. Così fecero, e alla prima occasione Lo Bello fischiò un altro rigore, questa volta in favore del Cagliari, per presunto fallo su Rombo di tuono: tiro dello stesso Riva e palla nel sacco per il definitivo 2-2.
Lo Bello strizzò l’occhio a Riva. «E se l’avessi sbagliato?», domandò il numero undici del Cagliari al direttore di gara, dopo aver rimediato al torto subito. La risposta di Lo Bello: «L’avrei fatto ritirare…».
