A Sorocaba, Brasile, 34 anni fa nasceva un bambino. Piedi buoni e cuore tipicamente brasiliano, un’altalena di emozioni positive e negative; un nome un po’ lungo, da abbreviare con un soprannome come solo a Rio, San Paolo e dintorni sanno fare: Miguel Anderson da Silva, detto Nenè.
È un attaccante, ma prima di tutto è un ragazzo che ha bisogno di guadagnarsi da vivere. Così si mette a fare il controllore sugli autobus. Ma Nenè è nato per segnare, così comincia la carriera da calciatore, nei campionati minori brasiliani. Tra il 2002 e il 2008 è in giro per il Sudamerica: dieci squadre in sei anni. Comincia con il Santos, poi Guaçuano, Riachuelo, Boca Júnior, América-SP, Confiança, Santa Cruz, Cruzeiro.
Poi il trasferimento in Europa, Portogallo: la nuova avventura si chiama Nacional de Madeira. È il boom: 20 gol in 28 partite, 8 reti di testa e titolo di capocannoniere. Il primo anno con gli Alvinegros è talmente positivo che Massimo Cellino lo vuole a tutti i costi. Da qui il passaggio al Cagliari nel 2009, per 4,5 milioni, una cifra importante per la società sarda. In rossoblù Nenè colleziona 124 presenze e 23 gol.
Il primo è al San Nicola di Bari, mentre la prima doppietta Nenè la firma contro l’Atalanta. Ma un gol in particolare se lo ricordano tutti i tifosi rossoblù: palla sul destro, trenta metri, e tiro da fermo di mezzo esterno che si infila all’incrocio dei pali, trafiggendo Buffon e sterminando la famiglia di ragni che su quell’angolino di porta aveva costruito la sua casa, parola del radiocronista Vittorio Sanna. Vantaggio per i rossoblù e vittoria per 2-0 contro la Juventus, con il raddoppio nel secondo tempo di Alessandro Matri. Bene il primo anno dunque per il brasiliano, non male anche il secondo, in cui trova la prima tripletta contro il Catania.
Poi stagioni così così, a mezzo servizio. Qualche infortunio di troppo e l’età che avanza. Rescisso il contratto con il club di via Mameli, l’attaccante va al Verona e poi allo Spezia fino allo scorso anno, in cui raggiunge anche i play-off. Ora, a quasi 34 anni, lo attende una nuova avventura: portare in Serie A il Bari. Nel frattempo, oggi, Nenè spegne 34 candeline.