Prosegue il nostro cammino che ci porterà a toccare tutte le tappe più importanti dei cento anni della storia rossoblù: la retrocessione, la crisi societaria, ma anche la clamorosa parentesi di Coppa Italia
Non c’è che dire: dalla retrocessione in B della stagione 1982/1983, il cammino del Cagliari si è sempre confermato avaro di soddisfazioni. E alla vigilia del quarto anno consecutivo tra i cadetti, arriva quella che potrebbe definirsi la tempesta perfetta. Coinvolto nel calcio scommesse tramite il suo ex allenatore Ulivieri e il difensore Chinellato (entrambi pesantemente squalificati), il Cagliari viene in un primo momento condannato a una clamorosa retrocessione a tavolino in Serie C. La sentenza viene poi commutata con una penalizzazione di cinque punti, da scontare nel campionato di B 1986/1987. La condanna sul campo sarà però solo rimandata.
IL MERCATO. La pessima situazione societaria non permette voli pindarici: sono poche le variazioni rispetto alla stagione passata. Vanno via Chinellato (squalificato), De Rosa, Branca e Occhipinti. Arrivano Maritozzi, l’attaccante Pellegrini (in prestito dall’Inter), Pallanch, Grasso e Pecoraro. Il confermato tecnico Giagnoni farà poi esordire quattro giocatori della Primavera: si tratta di Festa, Cabras e dei fratelli Antonello e Gianluca Congiu.
L’AVVIO DI STAGIONE. La bella qualificazione in Coppa Italia illude i tifosi. I primi passi in campionato, però, saranno tutt’altra cosa: subito tre sconfitte consecutive, poi qualche pareggio e la prima vittoria che arriva soltanto all’ottava giornata. A quel punto il Cagliari sembra rialzarsi, con quattro vittorie in cinque gare che fanno risalire la squadra fino al quartultimo posto. È però l’unica vera fiammata del campionato: i rossoblù non usciranno mai dalla zona rossa della classifica.
IL GIRONE DI RITORNO. Tra la 24ª e la 34ª giornata una serie nera spegne definitivamente le speranze di salvezza della squadra di Giagnoni. L’unica gara da ricordare, quella contro il Genoa al Sant’Elia: sotto di due gol, alla fine del primo tempo il tecnico se ne va infuriato per protesta contro i giocatori, rei di aver gettato la spugna anzitempo. Nella ripresa, privi del loro allenatore, i rossoblù mettono in campo un’orgogliosa reazione che produce la rimonta grazie alle reti di Piras e Valentini.
IL CLAMOROSO CAMMINO IN COPPA. L’altra parentesi davvero degna di nota è certamente quella che riguarda la Coppa Italia: il Cagliari, eliminato il Torino, affronta ai quarti di finale la Juventus campione d’Italia: 1-1 in casa, 2-2 a Torino e clamorosa qualificazione in semifinale contro il Napoli di Maradona. Quel giorno al Sant’Elia c’erano 60 mila persone: solo una magia nei minuti finali del pibe de oro piegò un Cagliari davvero ben messo in campo, e con tutt’altra energia rispetto a quella visto fino a quel momento in campionato. La gara di ritorno non ebbe storia: 4-1 per il Napoli e Cagliari che vide svanire il suo sogno, durato comunque più di quanto ci si potesse aspettare.
IL TRISTE EPILOGO. Il finale di stagione è a dir poco denso di nubi: Riva abbandona la carica di presidente per far posto a una cordata di nuovi soci coordinati dall’amministratore delegato Lucio Cordeddu, che riuscì a evitare in extremis il fallimento della società, anche grazie all’inimmaginabile incasso delle gare di Coppa Italia. Purtroppo non fu possibile evitare l’ultimo posto in classifica, e la conseguente retrocessione in Serie C.
