La pratica è ormai utilizzatissima: illuminante l’esempio recente per lo scambio Pellegrini-Spinazzola, che ha generato vantaggi sia alla Roma che alla Juventus
Una mare di soldi…virtuali. È ormai incontrollabile la pratica delle plusvalenze, che dal primo luglio al 30 giugno 2019 ha visto muovere ben 717 milioni di euro. Probabilmente ‘muovere’ non è il termine giusto, anche perché i soldi sborsati realmente sono molto meno, neanche la metà.
Le plusvalenze sono utilizzate ormai da molte società di Serie A, anche se, come riportato su La Repubblica, più di un terzo di quei 717 milioni arriva da due società: Juventus (113 milioni) e Roma (132). Anche il Napoli le ha utilizzate molto nell’ultimo anno, definendo plusvalenze per 86 milioni di euro.
Si pensi ad esempio allo scambio avvenuto pochi giorni fa tra Roma e Juventus, appunto, tra l’ex terzino del Cagliari Luca Pellegrini e Leonardo Spinazzola. L’ormai ex bianconero è costato alla Roma complessivamente 25 milioni di euro, suddivisi poi in 10 di base economica più il cartellino di Luca Pellegrini. Che a sua volta è stato valutato 15, in un’operazione che ha generato plusvalenze utili a entrambe le squadre.
Insomma, tutti calciatori messi a bilancio a cifre che poi non sono quelle realmente sborsate. In pratica, solo un euro su 4 è stato speso davvero.