In un’intervista fiume al Corriere dello Sport, l’ex dg della Juventus racconta alcuni retroscena del suo passato da dirigente in Serie A
CONFESSIONE. Sono passati ormai dodici anni da calciopoli e la vicenda continua a far discutere. Luciano Moggi è ancora oggi una delle figure più controverse del mondo del calcio, tra chi lo acclama come uno dei più grandi dirigenti della storia e chi lo accusa di ogni nefandezza occorsa nel mondo del pallone. Quel che è certo è il suo ruolo di primo piano nell’epoca d’oro del calcio italiano e la sua lunga esperienza dirigenziale. Oggi, in un’intervista al Corriere dello Sport, l’ex factotum bianconero si è raccontato a 360 gradi.
RINNOVO INDIGESTO. Tra gli aneddoti rivelati c’è un tentativo di rinnovo da parte di Jonathan Zebina, ex difensore del Cagliari poi passato alla Roma e infine arrivato alla corte di Moggi: “Cazziatoni ai giocatori? Ne ricordo uno a Zebina. Dopo quattro mesi che stava alla Juve, infortunato, mi chiese un prolungamento di contratto e un aumento di stipendio, parlando male di Capello. L’avresti dovuto vedere come se ne andava correndo dalle scale”.
SU NAINGGOLAN. “Nainggolan bad boy? Io l’avrei raddrizzato. Montero mi diceva che per lui il giorno era la notte. Finchè il campo mi diceva che era uno dei migliori non mi importava. Quando si è sposato tornava a casa alle 8 di sera, ha smesso di giocare. Gli ho detto di tornare a frequentare i locali se no l’avrei cacciato”.
LA CESSIONE MORIERO. Moggi gestì anche un affare che riguardava un ex rossoblù per conto dell’Inter: “Prima di Calciopoli Moratti mi aveva preso all’Inter. Firmai il contratto. Mi chiese di dar via Moriero. Riuscì a venderlo al Middlesbrough, lasciai il merito a Mazzola. Il giorno dopo venni a sapere che avevano rinnovato il contratto a Moriero”.
VENTURA. “Uno scandalo. Doveva allenare la Lazio dopo la sparizione di Bielsa. Gli diedero la Nazionale dopo che Capello aveva rifiutato. Fu Lotito allora il vero factotum in Federazione, Tavecchio non sa nemmeno come è fatto un pallone”.