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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari a fondo: 95′ che condannano gruppo e tecnico

Sotto su rigore, reazione sterile e disordinata. Pavoletti batte dal dischetto e Iannarilli para. La sconfitta arriva dopo cinque pareggi. Crollo in Umbria, impegno e animo non bastano. E adesso il Perugia

Una squadra che ha vinto l’ultima gara il 15 ottobre, con il Brescia. Una squadra impaurita, sempre sull’orlo di una crisi di nervi, incapace di stare con il baricentro alto. La sconfitta maturata al Liberati è sintesi dei mali denunciati una gara dopo l’altra. Dopo cinque pareggi, alcuni fortunosi, il Cagliari – tredicesimo in attesa delle altre gare – perde l’imbattibilità in casa di una Ternana modesta che vola comunque, per ora, al terzo posto con 25 punti. Il rigore del possibile 1-1 lo sbaglia Pavoletti. Capita. Ma sono i 95’ che condanno il gruppo e il tecnico. Domenica il Perugia.

In salita. Senza Nandez, squalificato, né Rog e Mancosu – jolly che dietro le punte non ha eguali – infortunati, la strada è stata da subito ripida. In più, dopo lo svarione di Altare, senza scordare le disattenzioni collettive dietro, per stare alle ultime, come l’amnesia di Carboni con il Sudtirol, per Liverani il problema difensivo si è acuito. Il recupero di Goldaniga, che con Altare aveva dato segnali di maggiore affidabilità, avrebbe potuto far trasparire un mezzo sorriso. E permettere a Capradossi di riposare. Manca all’appello Dessena. Ma se non dà affidabilità, c’è da chiedersi perché l’hanno preso. Uno dei tanti dubbi di un allestimento estivo raffazzonato, con il braccino corto, in ossequio, almeno per i veterani, ai desiderata di Liverani.

Difficoltà senza soluzione. Liverani nel pre gara ha chiesto tempo. Si è detto condizionato da infortuni e dall’approccio con la B. Giusto che la metta su questo piano. Ma la sostanza non cambia: dopo sedici partite il bilancio è misero. E anche su questo ha ampia ragione la tifoseria: ti hanno preso Lapadula, Viola, Falco e Mancosu e hai uno dei peggiori attacchi della B. E non solo. Perché – anche se a parziale scusante ci sono stati la condizione approssimativa, gli infortuni, le cavallette e chissà cos’altro – visto che parliamo di giocatori esperti, abituati alla categoria, tecnicamente di buon lignaggio, non si è visto un briciolo di idee di gioco? Magari perdi e soffri ma si capisce che stai lavorando a un’architettura di manovra collettiva, meglio se nelle due fasi. Invece no.

La squadra, anche per il continuo stravolgimento dei primi undici – e le assenze obbligate c’entrano solo fino a un certo punto – va a spanne, si muove scoordinata, reagisce male e senza quel genere di cattiveria coesa che inchioda o mette paura agli avversari. No, la cifra combattiva è sempre molto bassa e opaca. I rossoblù appaiono troppo spesso deboli, incapaci di mostrare carattere e di stare in campo almeno a tratti sino alla fine (il pari a Frosinone, ad esempio, anche se con un rigore causato da un’ingenuità macroscopica), ma mai del tutto padroni del pallino e della gara. Ed è questo uno dei principali problemi del gruppo. Questione per la quale Fabio Liverani è il primo responsabile. Ma è quasi impossibile che accada qualcosa.

Le novità. Goldaniga in panca, Capradossi e Obert in mezzo. Barreca e Zappa ai lati: gara anonima di entrambi. Ottima conferma di Kourfalidis trequartista, Deiola e Makoumbou ai fianchi di Viola, match fiacco del trio. Riposa Pavoletti, in campo Luvumbo. Fabio Liverani non cerca, e non può, fare magie. La squadra sfida la Ternana di Andreazzoli senza un filo di cattiveria, compassati, la solita dose di imprecisione, movimenti senza palla inesistenti o quasi. Il Cagliari, comunque sia. Il fallo di Obert su Partipilo dopo 6’, porta la Ternana avanti. L’1-0 lo firma dal dischetto Falletti. Peggio non si poteva partire. La reazione c’è. Tirano Kourfalidis e Luvumbo. Viola, partita pessima, calcia alto un rigore in movimento. Di Lapadula si perdono le tracce. Nel primo tempo il Cagliari ha primeggiato per possesso palla (69 e 39), tiri (9 e 3), corner (4 e 0). Non basta. Gli ultras non hanno smesso di incitare. Con loro numerosi emigrati sparsi tra Umbria, Abruzzo e Lazio. Hanno attaccamento, cuore e passione. Ma non giocano.

La ripresa. Il Cagliari riparte all’attacco. Luvumbo è solido, impossibile non dargli una maglia dal via. La Ternana conferma una modesta cifra tecnica: anche ad Andreazzoli il lavoro non manca. Si è vista finalmente una pressione organizzata. Anche l’approccio non è male. Piovono cross, Pavoletti è in panca. I padroni di casa si svegliano con Partipilo, Radunovic risponde presente. La partita non è bella, calcio sporco, sotto il diluvio, talento e giocate cercasi. Eppure, appena i rossoblù accelerano gli umbri danno la sensazione di traballare. Poi, Agazzi si divora un rigore in movimento. Il Cagliari balla troppo, fa poco filtro la mediana, la ripartenza è lenta e prevedibile. Dopo un’ora Liverani riprova il tridente, con Luvumo, Pavoletti (al posto di Lapadula) e Falco. Poi, mano di Di Tacchio, rigore con l’aiuto del Var. Batte Pavoletti, Iannarilli para a mezza altezza, in carriera ne ha parati 20 su 57. Poi, ci provano Kourfalidis, Capradossi, Barreca, Pereiro, Falco: un embrione di orgoglio di squadra. Ma Iannarilli non cede. I rossoblù ci hanno provato. L’impegno c’è, manca il resto.

Notarelle

In tanti hanno esultato, dando un nesso positivo, per la presenza di Ballardini in tribuna al Liberati. Un tifoso precisa: “Non verrà mai. Con Cellino era andato in tribunale. Ha vinto la causa ma a pagare è stato Giulini. Basta verificare, su internet la storia è nitida. “Magari si accordano” ha aggiunto un altro. Chissà Liverani.

 

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