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Despodov-Cagliari, restare interdetti è il minimo

Dopo anni di fumo, le strade del Cagliari e di Kiril Despodov si sono separate definitivamente. Un allontanamento iniziato, a dire il vero, tanto tempo fa e arricchitosi di numerosi elementi. Come minimo, per chi osserva, è inevitabile riconoscere una storia anomala

FINE. La parola <fine>, nel rapporto di lavoro tra il Cagliari Calcio e l’attaccante bulgaro Kiril Despodov, è arrivata nelle ultime ore: trasferimento a titolo definitivo al Ludogorets, club dove aveva militato nell’ultima stagione in prestito, e versamento di due milioni di euro nelle casse rossoblù. Una storia anomala. Questa è l’espressione minima su un capitolo che ha visto di tutto e di più: tranne che l’aspetto basilare… ovvero la fiducia al giocatore Despodov, mai incluso nel progetto tecnico cagliaritano anno dopo anno, allenatore dopo allenatore. Quasi come a sconfessare in uno schioccare di dita l’investimento – 4,5 milioni di euro – effettuato nel gennaio 2019, con una cifra non trascurabile versata al CSKA Sofia.

DIETROFRONT. Mettiamo le difficoltà iniziali dal punto di vista ambientale, linguistico, calcistico, personale. Sono fattori fisiologici quando un ragazzo, alla prima esperienza all’estero, si trova a misurarsi in un contesto molto diverso dalle abitudini. D’accordo: il calcio bulgaro non è neppure lontano parente di quello degli anni ’90, tanto per capirci quello della generazione d’oro di Stoichkov & co. Ugualmente vero che il massimo campionato del Paese di Despodov non figuri tra le leghe europee più competitive. Però Kiril, attaccante dal fisico asciutto, veloce, dalla buona dimestichezza con il gol, era stato scelto dal Cagliari sulla scorta del titolo di Giocatore dell’anno e valutato come potenziale <crack>. Di fatto, gli sono stati concessi solo una manciata di spezzoni. Il dietrofront della società di via Mameli è stato palese. Chi ha fatto questo errore di valutazione? Oppure… Qual è stata la causa del suo mancato inserimento a Cagliari?

LONTANO. Senza scomodare cattivi pensieri, ma tenendo conto dei prestiti in Austria (Sturm Graz) e Ludogorets (Bulgaria), della querelle su due mensilità non pagate dal Cagliari al giocatore e quella sensazione latente di distacco, parrebbe come accaduto qualcosa di decisivo, se non grave. Nella vita di una società sportiva possono accadere acquisti frettolosi, cessioni sbagliate, investimenti poco vantaggiosi: nel caso di Despodov, il club isolano va a perdere 2 milioni e mezzo (senza contare eventuali oneri versati dalle squadre che lo hanno avuto in prestito) senza aver mai voluto sfruttare il patrimonio sportivo che si era messo in casa. A questo punto, sarebbe ingeneroso bollarlo come bidone. Ma l’etichetta di fantasma, ecco… Forse quella Kiril Despodov la merita. Anche se la verità su come sono andate le cose, forse, è destinata all’oblìo.

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