Nell’intervista rilasciata oggi ai microfoni di Radiolina il numero uno rossoblù ha espresso amarezza per un progetto naufragato
RIFLESSIONI. Non solo la rabbia per una stagione che rischia di terminare nel peggiore dei modi, ma anche uno sguardo più lungo a quella programmazione che nell’anno del centenario sarebbe dovuta sfociare in qualcosa di importante. Tanti investimenti, calciatori blasonati, giovani cresciuti e allenatori di diverse filosofie non hanno condotto alla meta sperata. Così, da buon manager, Tommaso Giulini deve scegliere se il gioco vale ancora la candela per le sue tasche.
INCERTEZZA. “Chiaro che qualche riflessione la devo fare – ha risposto ai microfoni di Radiolina quando gli è stato chiesto se in caso di Serie B potrebbe lasciare la presidenza – Se mi aspettavo nell’anno del centenario di arrivare ad avere una società che potesse rimanere nei primi dieci e lottare fino all’ultimo per qualcosa in più, questo non è successo. Quindi è giusto che le valutazioni si facciano e che ci mettiamo tutti in gioco, per capire a fine stagione come mai questa programmazione non ha portato i risultati sperati”.
LA SITUAZIONE. In sostanza il Cagliari non è in vendita, Giulini non se ne sta andando, ma se la squadra dovesse cadere nel baratro della Serie B allora le cose potrebbero cambiare. Potrebbero, non è quindi automatico. Ma certo è che la guida della società rossoblù in caso di retrocessione sarebbe molto meno solida. Difficile ipotizzare scenari se Giulini dovesse optare per un passaggio della torcia, soprattutto perché c’é uno stadio ancora da costruire. Al momento comunque, lo sguardo non può e non deve superare la partita contro il Parma. “Una finalissima”, come ha detto il presidente.