“Non posso dire dopo appena una partita se è tornato il vero Eldor Shomurodov. Ancora è troppo presto perché ci vorrà continuità, ma in questo momento sono felice”.
“Se mi aspettavo un impatto così difficile? Più che altro mi aspettavo di giocare di più a inizio stagione. Ma la colpa è la mia perché non ero pronto. Soprattutto fisicamente. Sono arrivato con pochi allenamenti e ho avuto poco tempo a disposizione, Credevo di tornare in forma prima ma non è andata come pensavo. Immaginavo che la condizione arrivasse giocando e invece sono sceso in campo poche volte”
“Stare fuori era una sofferenza e mi dispiaceva non poter dare una mano alla squadra in un momento di difficoltà. Però parlavo con il direttore e con il mister che mi davano fiducia e mi dicevano che mi aspettavano tutti”.
“Ranieri? È riuscito a darmi più di tutti. Abbiamo un gruppo molto unito e anche i compagni sono sempre stati vicini, ma Ranieri ha saputo sollevarmi il morale. Toccando le corde giuste. Un giorno mi ha detto: ‘A Genova eri forte, un mostro. Adesso non so cosa ti sia successo. Non hai più fame? Io voglio vedere quello stesso giocatore’. Voleva prendermi in giro, farmi sorridere e allo stesso tempo stimolarmi. Beh, ci è riuscito ed è arrivato dritto al cuore”.
“La gara con la Salernitana? Spero sia solo l’inizio. E ora voglio fare tutto quello che non ho potuto fare fino ad ora. Il più difficile è stato il primo gol perché non segnavo da un anno. E quando la palla è entrata in porta, non sapevo nemmeno come esultare. Ma il più importante è stato il secondo perché dopo i loro 2 gol, temevamo potessero pareggiare. Segnare di nuovo è stata una liberazione, per me e per il Cagliari, perché tutti volevamo vincere a tutti i costi”.