La sfortunata autorete contro la Lazio appena dopo un periodo lungo di accantonamento non l’ha abbattuto. Alessandro Deiola è questo: silenzio, lavoro e attaccamento. Nonostante le critiche, nonostante i periodi di alti e bassi, nonostante le panchine, quando il Cagliari ha avuto bisogno di lui si è sempre messo a disposizione senza musi lunghi.
Ancora una volta, forse nel momento più difficile della stagione, mister Ranieri non ha esitato a chiamarlo in causa. 90 minuti contro la Lazio e 90 minuti contro l’Udinese. Due partite diversissime ma che hanno mostrato ancora una volta come Deiola alla maglia del Cagliari ci tenga forse più di tutti i giocatori in rosa.
Non è un centrocampista elegante, non ha nelle corde i lanci precisi o la visione di gioco da regista. Ma resta un giocatore molto funzionale quando c’è da alzare il tono fisico, sempre pericoloso negli inserimenti sia a palla ferma che in movimento. E poi c’è soprattutto il lavoro senza palla spesso poco appariscente, ma che in determinate contesti può risultare molto prezioso.
Deiola non ha paura dell’errore, non si demoralizza mai, non presta orecchio a fischi o critiche. Ecco perché già ai tempi della salvezza con Diego Lopez, poi anche con Semplici, il suo impiego risultò decisivo nelle battute finali del campionato per portare il Cagliari alla salvezza. Era sempre titolare nelle situazioni più disperate. Idem l’anno scorso per la promozione, sempre in campo nelle gare decisive dell’ultima parte di stagione, playoff compresi. Non è questione di qualità, ma di mentalità.