“Non credo che i risultati siano arrivati perché io ho iniziato a giocare, però in tutta sincerità, l’ho pensato. Siamo arrivati in Serie A all’ultimo secondo dopo i play-off in B con il Bari. Serviva adattarsi: per tanti era un campionato nuovo. Sapevamo di dover fare un certo tipo di percorso con l’obiettivo della salvezza; il cammino sarà lungo e noi non dobbiamo demoralizzarci in caso di sconfitte. Le cose sembrano essersi un po’ sistemate, ma sappiamo che la strada è lunga. Non dobbiamo mollare”.
“I play-off? lo scorso anno? Sono stati duri. La finale è stata pazzesca e ne custodisco il ricordo. Vincere al 94’, in quel clima, sotto una pioggia battente e con i tifosi pugliesi che pensavano di aver già vinto, è stato incredibile. È stata davvero una partita memorabile che ricorderò per tutta la vita. La scorsa stagione è stata impegnativa, ma noi eravamo convinti, da squadra, che in qualsiasi modo ce l’avremmo fatta. Per un paio di giorni non abbiamo dormito. Siamo tornati a Cagliari e la città era in festa; all’alba siamo andati a farci il bagno in mare per festeggiare; queste cose fanno bene al cuore. Il calcio regala grandi emozioni, sia positive che negative: la stagione della retrocessione è stata davvero pesante; noi ci abbiamo provato con tutto il cuore ma non siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo salvezza”.
“Quando sono arrivato a Cagliari ho capito subito che sarebbe stato il posto giusto per poter crescere e per mettere radici. Ci sono grandi ambizioni a livello societario, la tifoseria non è legata solo alla città in sé, bensì a tutta l’isola e questo succede solo in Sardegna. Il centro sportivo è uno dei migliori in Italia ed è molto all’avanguardia; il Cagliari merita di avere uno stadio all’altezza e la società ha voglia di investire per poter regalare ai tifosi una casa in grado di accoglierli tutti, speriamo venga dato il via libera per la sua costruzione”.