L’obiettivo dichiarato al suo arrivo era ambizioso: riconquistare l’azzurro. In molti hanno storto il naso alle parole di Andrea Petagna, reputandolo troppo lento e poco prolifico in zona gol per puntare a certi traguardi. La nomea di pivot statico, poco tecnico e indolente lo ha accompagnato al suo arrivo a Cagliari, salutato in maniera fredda dalla totale assenza di tifosi al suo arrivo in aeroporto.
Il pregiudizio arriva però da chi si è limitato solo a leggere la casella dei gol fatti nelle ultime tre stagioni, senza analizzare prestazioni e circostanze. Infatti, nelle ultime due gare qualcuno si è accorto che Petagna il pallone lo sa controllare eccome, che Petagna fa salire la squadra e può servire assist da numero 10. Addirittura si sono accorti che Petagna non è nemmeno tanto lento!
Uscendo dai pregiudizi la realtà dei fatti è che nelle ultime tre stagioni Petagna è stato prima l’alternativa principale a Osimhen nel Napoli, poi il centravanti più prezioso nel Monza. 50 presenze e 7 gol in Campania vanno contestualizzati nei pochi minuti concessi, in cui si è sempre fatto trovare pronto quando chiamato in causa.
Ancora più particolare il dato di 31 presenze e 4 gol con i biancorossi, perché se è vero che il minutaggio in questo caso è stato abbondante, è anche vero che il gioco di Palladino gli richiedeva un sacrificio lontano dalla porta. Un lavoro che ha sempre premiato l’economia del gioco di squadra (il Monza è tra le squadre che giocano il miglior calcio in A) e che ha aiutato molto gli esterni Ciurria e Carlos Augusto a esplodere.
Il Monza senza di lui non ha ancora fatto un gol con gli esterni e, a dirla tutta, nonostante l’ultima fenomenale partita di Colombo non può ancora dire di aver migliorato davvero lo score del proprio centravanti. Inoltre, a proposito del passato, non va mai dimenticato che l’Atalanta di Gasperini nasce con un giovanissimo Petagna titolare in attacco.
Ora che ha smaltito i problemi fisici iniziali può iniziare il suo percorso di rivincita. Il Cagliari ha visto di che pasta è fatto e a lui non resta che continuare così. Uscito dal tunnel dei “giochisti” e abbracciato il pragmatismo di Ranieri, per Petagna è tempo di smentire definitivamente gli scettici.