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Nonostante la rivoluzione è sempre notte fonda in casa Cagliari

La Roma mette subito le cose in chiaro con due gol nel primo tempo e due nella ripresa. La pausa è fondamentale per la squadra di Ranieri sconfitta 4-1

Il Cagliari sprofonda contro la Roma. Fa male scriverlo, ma Il divario nella gara odierna, vinta nettamente dalla Roma (nonostante le assenze) è stato evidente. Bisogna resettare in questa sosta, lavorando a fondo per sistemare i problemi evidenti. Che certamente passano anche dal fatto che Zappa e compagni sono stati l’ultima squadra promossa in Serie A e che il mercato non sta dando ancora i frutti sperati. Ma questo non può e non deve essere una scusante.

LA GARA. La posta in palio, da una parte e dall’altra, è molto alta e lo si capisce nello svolgimento della contesa. L’abbraccio convinto tra Ranieri e Mourinho prima della gara, fa capire che calcio non è solo una questione di soldi, ma anche di sentimenti. Che a Cagliari il tecnico dei rossoblù (tornato dopo 33 anni ad allenare il Casteddu) sa cosa vuol dire. In campo si è rivali, è logicamente ognuno pensa al proprio mulino. Rivoluzione nel 3-5-2 rossoblù, con ben sette giocatori arrivati dal mercato, schierati titolari: Scuffet, Hatziadakos, Witeska, Sulemana, Prati (regista), Oristanio e Petagna, Ranieri chiede a Nández di giocare più alto per dare maggiore vigoria e densità alla manovra. Le due squadre si fronteggiano a specchio, con i padroni di casa che pressano maggiormente in avanti. La partita non è cattiva, ma abbastanza energica e le ammonizioni a Parades e Sulemana (in neanche in 15’ di partita) ne sono la prova. Troppi ritardi in fase difensiva sul gol giallorosso segnato da Aouar. Il Cagliari accusa il colpo e alla ripresa del gioco, subisce il raddoppio di Lukaku.

MOMENTO NO CHE PROSEGUE. Una mazzata, in un momento già difficile di questo inizio campionato. I rossoblù dimostrano una difficoltà in fase arretrata, che penalizza la volontà espressa in avanti. Nonostante lo 0-2 i tifosi della Unipol Domus incitano la squadra, che cerca di reagire in fase offensiva alla ricerca della rete che riaprirebbe il confronto. Forte del doppio vantaggio la Roma gioca in velocità in contropiede, creando non poco scompiglio in area cagliaritana. Ranieri vuole un maggiore palleggio e maggiore coinvolgimento della sua squadra nel servire Petagna. Già alle prese con importanti assenze (su tutti quella di Pellegrini) Mourinho, sanzionato col giallo dall’arbitro Sozza come Ranieri, perde anche Dybala sostituito da Belotti. Dall’altra parte esce il già ammonito Sulemana per far posto alla maggiore offensività di Luvumbo, che con la sua velocità e giocate, potrebbe accendere il Cagliari ora schierato col tridente in attacco.

A inizio ripresa Zappa prende il posto di Hatzidiakos per avere ancora maggior spinta offensiva, che ovviamente può anche portare a dei rischi. La Roma non abbassa l’offensiva, nonostante il doppio vantaggio e chiude la gara col la marcatura di Belotti, convalidata dal Var. Anche in questo 3-0 giallorosso, si evidenzia il troppo spazio concesso dai rossoblù all’ex Torino. Lukaku piazza la palla all’angolino per il 4-0. Il poker certifica la chiusura del match con largo anticipo (in un’ora di gioco) prima del fischio finale. Da segnalare l’annullamento del gol strepitoso di Prati (con palla all’incrocio) per fuorigioco di Azzi, e il rigore di Nández, che dal dischetto fulmina Rui Patricio per 1-4 finale, meno amaro ma sempre pesante. Ora, come già scritto, la sosta per lavorare a fondo. Poi la ripresa dove, a partire dalla gara in casa della Salernitana  (tra due settimane), per il Cagliari si spera inizi un altro campionato. Molto bello, nonostante il netto passivo subito, il sostegno alla squadra da parte dei tifosi rossoblù.

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