Due punti in sei giornate e l’ultimo posto in classifica non dicono la verità sul Cagliari. I disfattisti a priori cominciano a tirare fuori i loro “io l’avevo detto” e c’è chi arriva persino a mettere in discussione Ranieri (davvero pensate si possa trovare di meglio? Ma tutto bene?). Certo, gli elementi per non stare tranquilli ci sono tutti, su questo non si discute. La squadra ha delle lacune, soprattutto in avanti dove tolto Luvumbo c’è il vuoto. Ma anche in mezzo al campo manca uno che sappia far viaggiare veloce e possibilmente in verticale il pallone, mentre la difesa è ancora male assortita e fatica a trovare un equilibrio per decidere definitivamente se vivere a tre o a quattro.
Problemi sicuramente, ma accentuati da un calendario infausto. Nelle prime sei giornate il Cagliari non ha mai affrontato una diretta concorrente per la salvezza se si esclude la gara con l’Udinese, l’unica dove davvero i rossoblù sono usciti dal campo con il rammarico di non aver vinto. Torino e Bologna corrono per il decimo posto, poi ci sono Inter e Milan che fanno un altro campionato e giocano per il titolo, mentre l’Atalanta sotto il quarto posto sarebbe già un flop.
Eppure nonostante il calendario, se restiamo sul piano del gioco, il Cagliari non ha sbagliato una partita. La squadra ha messo alle corde il Torino e soprattutto l’Udinese, non è uscito con dei punti da Bologna per un errore di Radunovic, mentre a tratti ha saputo mettere in difficoltà l’Atalanta nel secondo tempo e il Milan, che ha sbloccato una situazione intricatissima solo per un altro svarione di Radunovic. Poi l’Inter, che sembrava diretto verso una goleada nel primo tempo, ma la reazione dei sardi ha scongiurato il rischio e tamponato le offensive nerazzurre nella ripresa.
Ecco perché l’inizio di campionato del Cagliari non è da guardare con gli occhi della paura. C’è un trittico di partite tra ottobre e novembre che diranno davvero che squadra è il Cagliari (le sfide contro Salernitana, Frosinone e Genoa varranno doppio). Intanto arrivano altre due gare difficili contro Fiorentina e Roma, dove l’ultima cosa di cui si ha bisogno è il disfattismo. La strada per la salvezza è ancora lunga.