Dal nostro inviato all’Unipol Domus

PRIMO TEMPO. Cielo chiuso e gran caldo all’Unipol Domus, come previsto. Fino a 10 minuti dall’inizio del match mancano all’appello ancora parecchi buchi – poi coperti – in curva Sud e Distinti, rispetto ai dati previsti per la capienza. Un centinaio di tifosi udinesi nel settore ospiti, che esordiscono con il coro: “Noi non siamo napoletani“, strappando il consenso degli omologhi cagliaritani per i noti motivi di rivalità. Terreno di gioco in perfette condizioni. Ranieri si schiera a specchio con i friulani, proponendo il 3-5-2: debutto in maglia rossoblù per Hatzidiakos e Prati, che paiono subito a loro agio. Il Cagliari cerca soprattutto, come previsto, di sfruttare Pavoletti per far salire il baricentro: Deiola va vicino al gol, mandando di testa a lato da due passi (replicherà in chiusura di tempo). Ritmi abbastanza blandi, tanti palloni persi da una parte e dall’altra. Luvumbo prova il mancino ravvicinato (41°), Silvestri gli dice no. Si va al riposo.

SECONDO TEMPO. Ancora Deiola prova a sorprendere Silvestri con una deviazione di testa, senza fortuna. Ranieri sostituisce Pavoletti con Shomurodov al minuto 60: l’uzbeko ha un discreto approccio, non sfruttando però un buon pallone in profondità. Mutuando il linguaggio del pugilato, i sardi la vincerebbero ai punti per la produzione generale rispetto a un’Udinese che ha fatto davvero poco. Per la disperazione di Sottil, nervosissimo e insoddisfatto a bordo campo già dal primo tempo. Espulso Wieteska al 95°, per doppio giallo. Il Cagliari ha perso, alla fine della fiera, una buona occasione per centrare i 3 punti. È mancata la giusta convinzione e, soprattutto, la cattiveria necessaria.