Titolo poco rispettoso per l’ex attaccante che con la maglia del Cagliari seppe farsi ampiamente apprezzare
USCITA A VUOTO. “Vlahovic, flop che nemmeno Acquafresca“. Questo il titolo apparso oggi sul Corriere dello Sport che parla dei numeri deludenti del centravanti della Juventus. Il paragone è però infelice e poco rispettoso per l’ex attaccante rossoblù, giocatore che sotto la guida di Max Allegri fece la sua miglior stagione in Serie A con 14 reti. “Non è più la Juve che conoscevamo – scrive il CorSport – questo lo sanno tutti a cominciare dall’allenatore. Ma in tutta franchezza è difficile spiegare perché un cannoniere come Vlahovic non riesca a segnare almeno gli stessi gol cagliaritani di Acquafresca e Matri”. Ora da Cagliari la domanda è una: che c’entra?
“Meglio di lui hanno fatto anche gli attaccanti del Cagliari” scrive nel sottotitolo il quotidiano. Acquafresca in quegli anni era uno dei migliori prospetti italiani ed internazionali. Classe 1987, a soli 22 anni vantava 24 gol in due stagioni di Serie A con la maglia rossoblù, sempre in doppia cifra. Se il punto è che Vlahovic non segna quanto normalmente fanno gli attaccanti di Allegri, utilizzare il nome di Acquafresca per screditarlo è offensivo sia per il calciatore che per la storia del club sardo. L’Acquafresca di Cagliari era un signor giocatore e non solo per la presenza dell’attuale allenatore della Juve.
Di sicuro quando si parla del suo periodo sardo non si sta parlando di un Luís Sílvio Danuello o di un Vampeta qualsiasi. Si tratta di un attaccante che a Cagliari ha fatto benissimo, è ricordato con affetto e a parità d’età non aveva nulla da invidiare a molti dei giocatori più mainstream del panorama attuale. Per capirci: nei primi due anni in rossoblù segnò quanto Scamacca nei suoi passaggi tra Genoa e Sassuolo. Insomma, accostare l’Acquafresca di Cagliari a un flop stride come una forchetta nel piatto.