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L’ha vinta Ranieri: sir Claudio e lo scacco matto a Pecchia in tre mosse

Il tecnico rossoblù è riuscito a correggere una gara che sembrava ormai persa

CLASSE. “I campioni sono così”, diceva qualcuno. Si vedono nelle serate importanti. Ed ecco quindi che la semifinale d’andata dei playoff, giocata davanti al proprio pubblico in uno stadio infuocato, non poteva che essere il palcoscenico giusto per l’ennesima masterclass di Claudio Ranieri. Perché al di là del fenomeno Zitinho e delle polemiche arbitrali di parte ducale, c’è un tecnico che a quasi 72 anni è ancora capace di commuoversi dopo aver dato una delle lezioni di calcio più belle degli ultimi anni.

Sir Claudio sbaglia tutto all’inizio. Il 4-3-1-2 schierato dal primo minuto è forse la formazione più forte sulla carta che potesse schierare, ma si rivela un fallimento. Il mister si rende conto ben presto che su Rog aveva ragione prima: non è al 100% e forse manco all’80. Pavoletti in avanti non becca un pallone, mentre Makoumbou da playmaker è sempre attirato fuori posizione in fase di non possesso. Il secondo gol fa imbufalire il mister, il buco a centrocampo è clamoroso e la squadra è spezzata in due tronconi.

La prima mossa è quindi il cambio di modulo. Il 4-2-3-1 è andato bene contro il Venezia e ora serve liberare spazio a Lapadula in mezzo, aumentare il carico sulle fasce e tappare i buchi in mediana con un giocatore fisico da affiancare a Makoumbou. Il mister toglie coraggiosamente Pavoletti e Rog, inserendo così Luvumbo e Deiola. La squadra inizia a prendere campo e fiducia, poi Ranieri prova la seconda mossa: via il totem Mancosu e dentro Viola, un giocatore che si è visto pochissimo durante la sua gestione. Questa però è la volta buona perché la squadra sale ulteriormente passando a una sorta di 4-1-4-1 dove Deiola agisce da play permettendo di tenere su una linea più alta Makoumbou a sinistra, con Viola suo omologo nel centro-destra. La chiave tattica in tutto questo diventa però Nandez.

L’uruguaiano è a briglie sciolte sulla destra, Ranieri gli da carta bianca e lui ha un altro passo rispetto a chiunque in campo. Pecchia nel frattempo “collabora” sbagliando i cambi, in particolare con l’uscita del migliore in campo Sohm che fa abbassare brutalmente i ducali. Arriva il primo gol di Luvumbo su un errore individuale che favorisce il caparbio Nandez, letteralmente imprendibile nel suo settore di campo. Il Cagliari trova le chiavi di tutte le stanze crociate e sfonda soprattutto sulle fasce dove Pecchia non riesce più a tamponare le incursioni di Zito e Azzi a sinistra e di Nandez e Di Pardo a destra, mentre Deiola, Makoumbou e Viola sono impeccabili sulle preventive e fermano ogni tentativo di ripartenza. Il rigore segnato da Lapadula vale doppio: da lì si capisce che il terzo è solo questione di tempo. Non si gioca più per non perdere.

Gli ultimi dieci minuti sono di totale dominio. E qui arriva la terza e importantissima mossa di Ranieri: non fare niente. Poteva chiedere ai ragazzi di abbassarsi un po’, far girare palla per accontentarsi di un già miracoloso 2-2. Invece non tocca nulla dell’assetto tattico mentre nell’altra panchina osserva i suoi colleghi perdere la testa. Lascia sfogare i suoi e scommette sull’impossibile. E allora Viola imbuca meravigliosamente per Lapadula che crossa morbido e favorisce la giocata magica di Luvumbo che vale il 3-2. Il mister è in lacrime. L’ha vinta lui.

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