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Viola, una cabina di regia disabitata

Il termine “rilancio” non si addice, senza dubbio, all’esperienza cagliaritana di Nicolas Viola: il centrocampista è scomparso dal radar rossoblù

SCOMPARSO. Era arrivato in estate, da svincolato dopo l’esperienza poco felice al Bologna, con le velleità di essere il play del Cagliari 2022-23. Invece, per Nicolas Viola questa stagione in Sardegna si è rivelata molto deludente per vari motivi. Una cabina di regia ormai disabitata, visto che del mancino si sono ormai perse le tracce da diversi mesi. Ufficialmente, per motivi legati all’infermeria.

BUONI PROPOSITI. Il 2 luglio l’ufficialità della firma di un contratto biennale. In Sardegna su esplicita richiesta di Liverani: “Arrivo a Cagliari con entusiasmo, sicuro di trovarmi in una tappa fondamentale della mia carriera. Mi piace giocare come regista e credo che questa mia attitudine si sposi bene con il gioco propositivo del mister. In ogni caso sarà lui a decidere dove mettermi campo“: così nella conferenza stampa di presentazione qualche giorno più tardi, in mezzo a sorrisi che raramente si sarebbero poi visti nel prosieguo della stagione. A oggi, 16 presenze e 2 reti – punizione al Perugia in Coppa, su rigore al Südtirol in campionato – in gare ufficiali. Il rendimento? Pochi alti e molti bassi, nonostante un piede sinistro educatissimo.

LA STAGIONE. La stagione di Viola si è interrotta sul campo il 18 dicembre, con 27 minuti disputati a Palermo. Il giorno di Santo Stefano, all’Unipol Domus contro il Cosenza, solo panchina. In questi mesi qualche comparsata nei report degli acciaccati da Asseminello, l’accostamento alla Reggina a gennaio che non ha avuto seguito, l’arrivo di Ranieri e nessun cambiamento in questa situazione che suscita qualche sospetto. Il giocatore, per gli standard del tecnico romano che predica rapidità, difficilmente troverebbe spazio anche in ottime condizioni fisiche per la ridotta dinamicità. La sensazione è quella di un accantonamento fino alla conclusione dell’annata, salvo sorprese. Per un’avventura che era nata sotto auspici ben diversi, per lui e per l’allenatore che lo aveva portato a Cagliari.

 

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