
Il campione d’Italia 1970 Giuseppe “Beppe” Tomasini, da doppio ex di Cagliari-Brescia, presenta il match in esclusiva alla nostra redazione
CAGLIARI. “Mi permetto di dare un suggerimento a Liverani: Mancosu va fatto giocare in posizione centrale e non sulla fascia! Altrimenti non può sfruttare il tiro e i suggerimenti per i compagni. Come regalare un uomo agli avversari. Per quanto riguarda la difesa, i centrali Goldaniga e Altare devono mettere maggiore attenzione a tutte le dinamiche nell’area di rigore. Mi sarebbe piaciuta una coppia Lovato-Altare… Non dimentichiamoci del centrocampo, in generale ci sono i mezzi per fare bene. Sono fiducioso per la partita di sabato, i rossoblù hanno tutte le carte in regola per giocarsela. Ma guai a mollare e che la luce non si spenga, il calcio non è questo! Sembrava quasi che nelle ultime partite, una volta in svantaggio, i giocatori rossoblù avessero ricevuto una bomba atomica dall’alto e fossero incapaci di reagire! Se il nostro Cagliari non avesse combattuto sempre, non avremmo mai vinto lo Scudetto. Mai smettere di combattere anche quando si è in svantaggio, perché con la coesione e la grinta anche un avversario in difficoltà o sfavorito può ribaltare il pronostico“.
BRESCIA. “Calcisticamente ho debuttato in Serie B con il Brescia, esordendo in prima squadra con Azeglio Vicini. Non fu un assaggio positivo, a Catanzaro, avevo 18 anni: sbagliai qualcosa. La squadra salì comunque in Serie A. Poi la parentesi alla Reggina, la retrocessione di ritorno al Brescia e il trasferimento al Cagliari. Fu il club lombardo a farmi passare professionista, fino a quel momento alternavo gli allenamenti al lavoro nella fabbrica tessile in cui erano stati già mio nonno e mio padre, dalle 6 alle 14. Fino a quel momento percepivo 40.000 lire: ‘Te ne diamo 100.000, così fai solo il calciatore!‘. Fu l’inizio della mia carriera. Il Brescia di oggi è una buona squadra, che può ambire come il Cagliari alle posizioni di vertice della classifica“.
