In tanti nell’Isola sono di fede juventina, milanista o interista. I rossoblù in B significa però vedere Lautaro o Vlahovic solo in tv
“Quando si retrocede, si retrocede tutti. Società, squadra, giornalisti e tifosi”. Parole dette anni fa dell’ex presidente del Cagliari Massimo Cellino, ma sempre attuali e condivisibili.
TIFOSI. Anche quelli che vanno a vedere Milan, Inter, Juventus e altre, quando giocano contro il Cagliari. Perché un conto seguire sul campo le gesta dei loro beniamini, se si sardi o residenti, altro e farlo attraverso la televisione. Perché il calcio (qualunque sia la fede calcistica) è passione. E allora è meglio vedere le stesse squadre citate magari non fare punti alla Unipol Domus e continuare ad andarci ogni stagione. Perché la Serie A è importante per il Cagliari e la Sardegna non solo a parole. Inoltre, non è una frase fatta ma la pura verità, il fatto che il Cagliari (come la Dinamo nel basket o il mondiale rally che ha in Sardegna l’unica tappa in Italia) non è solo sport. Proprio il rally lo sta dimostrando con tanti turisti che per tutta la settimana che si è sta chiudendo, hanno assiepato il nord della nostra terra: Olbia, Alghero, il sassarese e non solo. Figuriamoci un Cagliari in Serie A, magari che faccia le coppe europee, dove essere anche la Conference League appena nata e ancora considerata cenerentola.