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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari, sconfitta immeritata e beffarda!

La Roma vince 2-1 allla Unipol Domus, ma i rossoblù mostrano carattere. C’è da soffrire ma in vista di Bologna pare esserci qualcosa di nuovo nel gruppo di Mazzarri

Più la testa che il resto. Ma in serie A non basta. Prima in vantaggio, meritato. Poi, in buon controllo. Quindi, ripresi. Quando la tecnica e la fisicità fanno la differenza. Il Cagliari ci ha provato, fino in fondo. A testa alta, con coraggio. Era ora! Marin e soci si sono portati in vantaggio, hanno avuto due occasioni per il raddoppio. Poi, la Roma ha fatto la Roma. E i limiti e le difficoltà strutturali di sempre sono riemerse. Reduce dalla batosta di Firenze, con cinque titolari fuori, Mazzarri è riuscito almeno in parte a fare quello che sa fare meglio: incartare gli avversari. Anche la Roma non se la passa bene: fuori casa ne ha perse tre, derby incluso e la scoppola in coppa, con gli epurati, non è facile da digerire. Si parte. L’avvio rossoblù è interessante. Quattro minuti e la Roma dice la sua: due corner, padronanza, palleggio, tecnica, organizzazione e un po’ di supponenza. Poi, c’è una traversa che vibra. Ed è quella degli ospiti. Sventagliata di Marin, Bellanova fa tutto bene, inserimento, stop, postura, collo pieno di destro in diagonale. Il legno salva Rui Patricio e Vina, in ritardo sull’esterno del Cagliari.

La partita, prima impercettibilmente poi con più sostanza, cambia. Zaniolo e compagni rallentano il giro palla, in avanti Abrahman e Mkhitarian sono piuttosto statici. Ma il dominio è giallorosso – in bianco ieri – , le occasioni dalle parti di Cragno lievitano anche se di parate vere e proprie non se ne annotano. Il tutto per dire che i rossoblù tengono botta. E appena capita provano a ripartire. Il segnale è incoraggiante. Sull’approccio e sullo spirito da battaglia della banda Mazzarri si è discusso spesso: molli, abulici, incapaci di mostrare le zanne. A Firenze, per dire, si perde 3-0 e neanche un cartellino giallo per i sardi. Qualcosa non torna se devi sputare sangue per provare a salvarti. Dunque, incerottati, inesperti, con addosso un quintale di paura. Eppure, con la cazzima giusta. Bene.

Una nuova determinazione. Con la Roma, decima d’andata, qualcosa cambia. Certo, la convinzione e le motivazioni non danno punti. Ma andare sulle seconde palle e prenderne qualcuna, raddoppiare  e pressare con i tempi giusti, aver un filo di coraggio permettono di intravedere un minimo di luce. E notare che si ha voglia di riscatto è un bel messaggio. La curva prima ammonisce poi sostiene e lo fa con il cuore. Il resto del pubblico si accoda. La tenuta difensiva, con i top player in tribuna, regge. Altro segnale incoraggiante se si è entrati in campo da ultimi in classifica.

Rimonta amara. Mourinho, squalificato, gesticola e dà ordini dalla tribuna. El Sharawy è il primo cambio per un fin troppo opaco Mkhitarian. Il Cagliari ci crede, la Roma traccheggia, Abraham manda al diavolo Zaniolo. Il calcio è mozzafiato: Pavoletti, solito lavoro di sponde ma nulla più fino ad allora, riprende una palla vagante – ennesimo buco di Vina, rimpallo di Bellanova: niente male – e di destro castiga i capitolini. Il vantaggio è da pelle d’oca, anche perché si tratta del primo tiro nello specchio della gara. Lo stadio si scalda, i circa trecento tifosi ospiti si fanno sentire. Il match è aperto e già questa è una notiziona. Intanto, Joao di testa sporca i guanti a Rui Patricio. Abraham e El Sharawy rispondono.

Ma è Pavoloso di sinistro a divorarsi il raddoppio su palla filtrante. La squadra è viva, ci crede. La Roma non molla e pressa. Si fa vivo Zaniolo, a lato di testa. Marin è di una spanna tra i migliori in campo. La traversa di Pellegrini a Cragno battuto, pareggia i conti. Il momento è quello della verità: 70′ di gioco, gambe e lucidità cercasi. Ennesimo corner, Mancini sfiora il palo. Ma è il Cagliari a sfiorare il colpaccio: Pavoletti di testa chiama a un mezzo miracolo Rui Patricio. Peccato. Due minuti (26′) e Ibanez di testa pareggia. Tutto da rifare. Anche perché Pellegrini su punizione – ma il fallo di Lykogiannis su Zaniolo è un mezzo fallo: il greco prende prima la palla – pennella una traiettoria impossibile: 1-2, Roma avanti. Mazzarri inserisce Keita Baldè. La partita si accende. Mourinho battibecca in tribuna, strano! Nell’extratime Pavoletti viene buttato giù in area. Si prosegue. Il risultato è ingiusto. C’è da soffrire.

NOTARELLE
Caro prezzi. Il cassiere conta 8.547 paganti per 246.659 euro. Con la Sampdoria erano stati poco meno di diecimila per una capienza consentita che si aggira sulle dodicimila presenze. Pensavano di fare il pienone. Ma se i biglietti più economici li hanno proposti a 30 euro più cinque di prevendita, viene facile l’autogol. capire che non hanno certo aiutato. Così come è quanto meno assurdo che gli ex abbonati non abbiano ancora ricevuto indicazioni concrete sui voucher.

Quando tutto gira al contrario. Sfidare la quinta o la penultima della A poco cambia se ti mancano  Nandez, Caceres, Dalbert, Strootman e Godin. Senza scordare Rog. E l’acquisto top, Keità Baldè in panchina. Che per alcuni si tratti di acciacchi di vecchia data, cronici, legati alla carta d’identità poco importa. La rosa è stata progettata male, in ritardo, senza equilibrio. Ma, ad onore del vero, contro la Roma il peso degli assenti è stato molto rilevante. Adesso, testa al Bologna, al Dall’Ara nel posticipo di lunedì.

Le cifre. Si chiude con 6 tiri del Cagliari, 5 tra i pali, e 15 della Roma (3). La percentuale di possesso palla è del 44 dei padroni di casa contro il 56. Gli ospiti dominano anche per numero di passaggi, 374 contro 235, e nella qualità della manovra 85 contro 76 per cento. Infine, gli angoli: il Cagliari ne batte 2, la Roma 10.

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