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US – Domenghini: “Nández, resta a Cagliari! Rog va sostituito”

L’ex ala rossoblù, tra gli eroi dello Scudetto del 1970, ha parlato degli uomini di Semplici: “Ancora presto per giudicare”

Angelo Domenghini è stato intervistato da L’Unione Sarda per approfondire i temi legati al Cagliari di Leonardo Semplici che, da sabato 14 agosto, inizia a fare sul serio affrontando il suo primo impegno ufficiale (in Coppa Italia, contro il Pisa ndr).

NANDEZ. “Penso che possa essere più utile al Cagliari. All’Inter non avrebbe spazio, ci sono altri giocatori che possono lasciargliene meno”.

IL CAGLIARI DI SEMPLICI.È ancora un po’ presto per giudicare, ma l’importante è prepararsi bene e avere tanta voglia ed entusiasmo. Bisogna mettere applicazione sul campo durante questa preparazione, perché poi risulterà utile nel corso della stagione. Il Cagliari deve avere una squadra competitiva. Non voglio fare dei pronostici: vediamo quale sarà l’organico che avrà a disposizione l’allenatore, a fine mercato, e se sarà bravo a mettere i giocatori nei giusti ruoli“.

SOSTITUIRE ROG. “Rog va sostituito, ma non per forza con un acquisto. Dispiace, ma ci sono anche altri elementi: complici gli infortuni magari può trovare spazio chi non ce l’aveva prima e si scopre una rivelazione. I giocatori sono tutti validi: se sono in organico evidentemente è perché si attende che facciano un campionato dignitoso. Speriamo ci sia il salto di qualità. Nainggolan? È un giocatore importante, senza dubbio. Però bisogna che trovi la condizione giusta: quando è tornato l’anno scorso ha faticato un po’ a trovarla. Certamente, se dovesse tornare a Cagliari, potrà mettersi in mostra: è uno in grado di fare la differenza in mezzo al campo“.

LO SCUDETTO A CAGLIARI.Sono passati tanti anni e siamo diventati vecchi. Non fu certo facile da conquistare: nel 1970 il calcio era molto diverso rispetto a ora, sia come preparazione sia come partite. Oggi le caratteristiche sono differenti: si fa un gioco molto più tattico, basato sulla corsa e sulla tecnica oltre che sul possesso palla. Facevamo tutt’altro tipo di preparazione: c’era solo un allenatore, anziché uno staff, e dipendeva dal tecnico e da quello che pensava. Anche io, quando ho allenato, non avevo preparatori: adesso ce ne sono diecimila“.

 

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