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Gli Europei, tra pallone e storia: con Gigi Riva sempre protagonista

La nazionale di Mancini tra le favorite. Nell’attesa, da Roma arriva il tributo ai campioni del ’68 firmato da Ussi e Aips, massime associazioni dei cronisti sportivi  

Cinquantatre anni esatti da compiere giovedì prossimo. Il 10 giugno del 1968 l’Italia gioca a Roma la ripetizione della gara con la Jugoslavia (1-1 il match di due giorni prima, in gol il futuro “cagliaritano” Domenghini e un altro mancino maledetto, Dzaijc) e porta a casa l’intera posta. Il primo grande e vero trionfo azzurro dopo la debacle ai mondiali inglesi. Gli slavi vengono matati da chi la storia la sa scrivere con fierezza, potenza e coraggio: Gigi Riva, gol più veloce della competizione (al 12’), messo in campo da Valcareggi al posto di Prati. Poi, al raddoppio ci pensa Pietruzzo Anastasi. Giacinto Facchetti solleva un trofeo ambito. Lo stesso che gli azzurri di oggi vogliono e devono rincorrere con l’animo giusto fin dal primo match degli Europei 2020, traslocati di dodici mesi causa CovidInsomma, si riparte. Ed è un bel segno.

Dopo quasi due anni capaci di incidere e distruggere, imbalsamare emozioni e sogni. Ma, soprattutto, grondanti di lacrime e paure, preoccupazioni, ferocia civica e socialeNello sport e nella quotidianità. In campo e fuori. La nazionale di calcio contro il tempo e i tempi. Allora e adesso. Nel 1968 con il mondo universitario che contesta, le avvisaglie dei movimenti eversivi, gli operai in sciopero. Un treno di proteste e rabbia che passa da Praga, Berlino, Parigi e Londra, Milano e Torino. Vagoni che ospitano anche i fiori e i suoi figli maturati in California. Uomini e idee che puntano a migliorare il mondo. Con il pallone che si annoda, da sempre, alla vita. 

Dalla figuraccia inglese alla gioia in casa nostraL’Italia, che ha avuto dall’Uefa il via libera per organizzare la terza edizione degli Europei 1968 tra Firenze, Napoli e Romagioca all’Olimpico la “doppia” finale. Ci sono Albertosi e Zoff, Burgnich e LodettiMazzola e RosatoDe Sisti e Rivera: gente che per qualità tecniche e personalitàprobabilmente, incarterebbe le partite attuali dopo mezz’oraQuellnazionale viene dall’aver sbattuto i parastinchi, in Inghilterra nel ’66, contro la Corea del dentista Pak doo-ik. Ma il destino è tutto da scrivere. Valcareggi cambia volto alla squadra. Per dire, dentro dal 1’ Gigi Riva, 24 anni da compiere e una forza che abbina fiuto e potenza devastanti. Il calcio, con il sinistro di un lombardo con la faccia da indio che sposerà a vita la Sardegna, indica ancora una volta che rinnovare è scelta vincenteCome il guardarsi attorno con determinazione, competenza e buon senso. La politica? Tira dritto e purtroppo non è una notizia. Intanto, quel titolo luccica ancora. Dunque, cinquantatre anni fa nel bel mezzo del Sessantotto. Adesso, con alle spalle, si spera, il dramma Covid. E una gran voglia di ripartire. Roberto Mancini ci prova. In bocca al lupo.

Uomini, professionalità e carattere per scrivere la storia. Intesa e senso della professione, buone relazioni, la capacità di smussare e affrontare i problemi, il saper trovare le soluzioni, Gianfranco Coppola, presidente Ussi (Unione stampa sportiva italiana) e Gianni Merlo (numero uno Aips, Associazione internazionale giornalisti sportivialla vigilia degli Europei 2021 hanno tessuto con garbo e mestiere una rete piuttosto intrigante. Con Gianni Rivera, Dino Zoff e Giancarlo “Picchio” De Sisti. Tre campioni d’Europa. Più un campione del mondo, Marco Tardelli. Un poker che martedì , all’hotel The Building a Porta Pia (anche questo un piccolo grande segnale!) si prende l’intero piatto. Da Cagliari, i saluti che il grande Gigi ha confezionato in queste ore: “La vittoria ai campionati d’Europa rimane indimenticabile. Ragazzi, è stato davvero molto bello!”.

RIVA. Rombo di tuono replica anche l’in bocca al lupo espresso in questi giorni al gruppo guidato da Mancini: “Roberto sta facendo bene e Barella è l’esempio di questa nazionale”. Ad applaudire i campioni del ’68 e le parole del più grande bomber dell’Italia, 35 reti in 42 partite, dopodomani ci saranno anche i vertici dello dell’universo sportivo tricolore. Dalla sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali al presidente della FedercalcioGabriele Gravinal’ex numero uno e membro onorario FigcAntonio Matarrese, i presidenti del Coni e di Sport e salute, Giovanni Malagò e Vito Cozzoli. Attesi, tra gli altri, anche i massimi dirigenti delle Leghe di A, B e C. Insomma, “EuroStart. Il racconto degli europei – Storie, personaggi, immagini” va a dama con leggerezza. E mette assieme contributi filmati, aneddoti, immagini. Un’occasione utile per Aips e Ussi, attente nel vigilare le condizioni in cui si muovono gli operatori della comunicazione. Ovunque, in tribuna stampa, a bordo pista, parquet o piscina

SESSANTOTTO E ATTUALITA’. Tra poteri forti e un giornalismo abile nel contrastarlo.  La scena è nota. Si combatte in un acquario in cui potentati economici e poteri di vecchia e nuova data, progettano e costruiscono. Talvolta, intuiscono e favoriscono sviluppo, occupazione, business serio, corretto e rispettoso delle varie parti in gioco. Ma alcuni imbellettano, imbrigliano, briganoCercano scorciatoie e pensano da impuniti. Magari per evitare questioni, temi e domande scomode. Le risposte del giornalismo? Professionalità, rispetto delle regole etiche e deontologiche, vicinanza e credibilità da rafforzare con il pubblico. Il tutto cucito con un’informazione di qualità, resistente e resiliente, come si usa dire. Ovvero, i capisaldi perseguiti da Ussi e Aips. Certo, si ha di fronte un percorso complesso, mutato negli anni, tra l’avvento del web e le tecnologie, gravido di sballottamenti e indicazioni severe e suggestive al tempo stesso. 

Per parlare con Riva e Rivera bastava aspettare che finisse la partita. I cronisti dell’epoca erano habitué o quasi negli spogliatoi. Oggi, rubare una frase a Jorginho o Donnarumma è più complicato che intervistare Joe Biden o il Dalai Lama.Adattabilità e schiena dritta, dunque. Con la corsa, e la lotta per la tutela del diritto di critica e cronaca, che prosegue. E passa per un giornalismo sano e pulito. “Al servizio dei cittadini, degli sportivi, delle collettività. Con rigore, trasparenza e puntualità” rimarca Gianfranco Coppola. Insomma, nel ’68 il trofeo continentale. Quest’anno, dalle parti delle Mura Aureliane e in attesa del debutto di venerdì contro la Turchia, ci si rimette in marcia. Fiduciosi e tosti. E con un auspicio, facile per il copia e incolla, che ha fatto il giro del mondo anche con Robin Williams: “Carpe diem. Ragazzi rendete straordinaria la vostra vita!. E chissà che Raspadori o Barella, magari Chiesa e  Insignenon lo facciano proprio.

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