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Road to Euro 2020 – Il dizionario degli Europei (M-Z)

La fase finale di UEFA Euro 2020 è alle porte: Calcio Casteddu ha realizzato per voi una guida per preparare i nostri lettori all’evento tra storia e attualità. Buon viaggio!

DECIMA PUNTATA. Scopriamo in breve cosa è accaduto nelle quindici edizioni precedenti del Campionato d’Europa per nazioni. Le protagoniste e la storia del torneo in pillole: è il turno del dizionario della storia della manifestazione, dalla M alla Z.

 

M come MOMENTO. Quello d’oro mancato dallo jugoslavo Vahidin Musemic, che nella prima finale ’68 contro l’Italia arrivò in ritardo di pochi centimetri su un pallone da spingere nella porta sguarnita. Un gol che avrebbe probabilmente regalato il titolo, visto come sono poi andate le cose a favore degli azzurri.

N come NOVE. Sono le reti realizzate durante Francia-Jugoslavia 4-5, durante l’edizione inaugurale del torneo nel 1960, tuttora un record per una singola gara.

O come OTTO. Il tecnico tedesco Otto Rehhagel, selezionatore della Grecia campione nel 2004, è l’unico vincitore di nazionalità diversa rispetto alla squadra allenata.

P come PAREGGI. L’Italia detiene il primato per il maggior numero di gare terminate con il risultato di parità nelle fasi finali del torneo: ben sedici.

Q come QUARANTANOVE. È il numero di incontri disputati dalla Germania nel torneo, un record. In campo fino all’edizione casalinga del 1988 come Germania Ovest.

R come RAGAZZINO. Come Srecko Katanec, già scudettato con la Sampdoria ’91, finora il più giovane ct nella fase finale: 36 anni e 333 giorni a Euro 2000 sulla panchina della Slovenia.

S come SAPONETTA. Il maldestro intervento del portiere spagnolo Luís Arconada nella finalissima di Euro ’84, quando si fece sfuggire in rete una punizione di Platini, è l’irrispettoso ricordo visivo di una grande carriera.

T come TRE. Sono le denominazioni con cui l’odierna Russia ha partecipato alla fase finale. Dapprima U.R.S.S. fino al 1988, disputò Euro ’92 come C.S.I. (Comunità Stati Indipendenti) fino ad assumere l’identità attuale.

U come URLA. Sono quelle che si udirono – fragorose – all’Olimpico di Roma quando il capitano azzurro Giacinto Facchetti vinse il sorteggio contro l’U.R.S.S. e l’Italia staccò il pass per la semifinale, uscendo trionfante dagli spogliatoi.

V come VONLANTHEN. L’attaccante svizzero di origine colombiana Johan Vonlanthen, segnando contro la Francia nel 2004, ha stabilito il record di precocità realizzativa: 18 anni e 141 giorni.

W come WHAT A GOAL! La rete realizzata da Paul <Gazza> Gascoigne durante Inghilterra-Scozia di Euro ’96 resta un’istantanea indelebile per tutti gli appassionati: pallonetto su Hendry e destro al volo in rete.

X come XHAKA. I fratelli Granit (Svizzera) e Taulant (Albania) Xhaka costituiscono l’unica coppia avversaria <in famiglia> della storia.

Y come YVON. Il difensore francese Yvon Le Roux è stato l’unico giocatore espulso in finale, evento avvenuto contro la Spagna nel 1984.

Z come ZIZOU. La classe dispensata da Zinedine Zidane nelle sue tre partecipazioni, dal 1996 al 2004, resta un patrimonio di tecnica, eleganza, visione di gioco. Tra i campionissimi dei campionati europei di calcio.

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