Il rumeno era diventato l’emblema di una gestione confusionaria del calciomercato, ma attraverso la cura Semplici è diventato imprescindibile
RINATO. Vedendo quello che sta facendo nell’ultimo periodo viene naturale chiedersi come sia stato possibile fraintenderne il ruolo per così tanto tempo. Razvan Marin sarà senza dubbio l’assenza più pesante contro il Napoli, ma per le due finalissime contro Benevento e Fiorentina potrà essere l’arma in più di un Cagliari tornato a sperare nella permanenza in Serie A. Una speranza diventata concreta anche grazie alle sue prestazioni e a un ruolo cucitogli da Semplici che lo ha reso l’ago della bilancia.
MEZZALA. Dopo oltre metà campionato perso tra l’illusione di poter fare il regista e gli obblighi senza licenze del centrocampo a due, il rumeno si è finalmente scatenato nel compito di mezzala box to box. Marin ha infatti raccolto l’eredità di equilibratore del centrocampo lasciata da Barella prima e da Nandez poi, con l’uruguaiano che di fatto quest’anno ha giocato quasi sempre da esterno. Ed è forse il ruolo che più di tutti è mancato dall’infortunio di Rog, bravo a saperne offrire un’interpretazione anche nella mediana a due.
IL LAVORO. Marin cerca la porta dalla distanza e non disdegna gli inserimenti, ma è sempre pronto a proteggere il regista (o chi più o meno ne fa le veci vista la carenza nel ruolo) creando spazi in fase di impostazione oppure raddoppiando in fase di copertura. Finalmente sono venuti fuori cuore e polmoni di un giocatore criticatissimo nel suo primo periodo in rossoblù, ma capace di emergere nel momento più disperato della stagione. Questo si chiama carattere.