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Ventura: “Parlai con Capozucca. Quel pazzo blitz per Zebina…”

Ospite della trasmissione “Il Cagliari in diretta” su Radiolina, l’ex tecnico rossoblù Gian Piero Ventura ha parlato dei ricordi rossoblù e l’annata in corso

Vivo a Bari da otto mesi, avevo pianificato di tirare il fiato per un po’ prendendo una pausa dal calcio: è arrivata la pandemia, avrei preferito continuato ad allenare senza che si verificasse questa catastrofe. Seguo il calcio, guardo diverse partite ma sono selettivo. Che ci sia in palio qualcosa. Il Cagliari l’ho visto diverse volte in questa stagione. Non molto bene a inizio campionato, credo che con Semplici la squadra abbia recuperato determinazione“.

Il Cagliari si trova in una situazione non preventivabile. Una di quelle annate un po’ particolari, c’è ancora la possibilità di centrare la salvezza che andrà guadagnata calandosi nella parte di chi deve lottare per l’obiettivo. Il ritorno a Cagliari? C’è stata una possibilità, ma non ha importanza. Non importa con chi dovesse raggiungere la salvezza, conta solo arrivarci. Sono in difficoltà in questo momento, ho tanti amici sia a Cagliari che a Torino: spero si salvino entrambe“.

Il discorso salvezza non riguarda solo Cagliari e Torino, ma pure Benevento e Spezia. Sarebbe potuto rientrare anche il Crotone, ha sciupato punti decisivi. Cagliari-Verona non è un match semplice: un campionato aperto, con equilibri delicati che possono cambiare anche sul piano psicologico“.

La promozione 1997-98? Tanti momenti da ricordare. Il più bello è aver visto il Sant’Elia stracolmo di tifosi, impazziti di felicità. Il presidente Cellino dopo la retrocessione era un po’ depresso. Calcisticamente fu una crescita di gruppo, lanciammo diversi giocatori e la società portò a casa plusvalenze molto importanti. Un sentimento forte nei confronti della città: un affetto smisurato. Ho preso casa e appena posso ci ritorno con gioia. Al di là dell’aspetto sportivo, il lato umano fortissimo“.

Il rapporto con Massimo Cellino? Andava oltre il lavoro. Amicizia, fiducia soprattutto. Dopo un allenamento mi disse ‘Dobbiamo andare a Cannes a vedere un giocatore in scadenza’. Prendemmo l’aereo privato del presidente e volammo a vedere Jonathan Zebina. Diedi un parere positivo. Cellino, nel viaggio di ritorno, mi disse: ‘L’ho preso’. Lo abbiamo poi rivenduto per 20 miliardi alla Roma…“.

Ho moltissimi ricordi con Cellino. Non tutti belli, eh! (ride, ndr). Lo sento sempre per le feste, quando si riesce spesso e volentieri. Lo ringrazierò sempre per la fiducia illimitata, affrontammo una miriade di difficoltà insieme: non solo in ambito lavorativo, ma pure privato“.

Fabian O’Neill è stato un talento smisurato, a tratti inarrivabile. La stagione migliore della sua carriera l’ha giocata con noi. Abbiamo ‘trovato la password’ per entrare dentro di lui, cercando di accantonare i suoi problemi. Anche lui poi andò alla Juventus per una cifra pesante. Stesso discorso per Roberto Muzzi, che poi andò all’Udinese“.

Godín, Nainggolan, Pavoletti e altri giocatori importanti in rosa. Il problema del Cagliari non sono i giovani o i più navigati, ma la mentalità. Ne parlai anche con Capozucca mesi fa quando ci fu un avvicinamento“.

La diatriba sulla costruzione dal basso lascia il tempo che trova. Per cominciare devi disporre sempre dei calciatori giusti per il gioco che vuoi proporre. Tutto sta nella giusta interpretazione, non c’è una modalità sicura per arrivare alla vittoria“.

Sono molto legato a Teulada, dove hanno dedicato un Cagliari Club a mio nome“.

Il più grande problema del Cagliari in questa stagione è stato quello psicologico, per un avvio non buono e la  negatività che si è trascinata. I segnali però sono positivi“.

Ho un buon rapporto anche con Tommaso Giulini. Ho sviluppato con lui diverse tematiche, ha un affetto smisurato per la squadra. Ci tiene tantissimo, secondo me nel suo cuore covava di poter puntare a obiettivi più importanti. Ora la priorità è salvarsi, in futuro gli auguro di ricostruire queste velleità“.

La quota salvezza, in questa stagione, penso sia sotto i 40 punti. Non è facile fare una previsione, perché credo possa ancora succedere tutto e il contrario di tutto“.

Se interpretata bene, per il Cagliari cade a pennello perché potrebbe creare grandi difficoltà agli scaligeri. Il Verona non cambierà il solito modo di giocare, i rossoblù si adegueranno. Non potrà mancare la rabbia agonistica, un’arma tipica della squadra di Juric“.

Dopo 36 anni di calcio sono fermo, anche a causa della pandemia. Non si è attenuato il sacro fuoco del calcio, contrariamente a ciò che pensavo. Se mi chiamasse Cellino? Quando sono arrivato a Cagliari avevo un ciuffo folto, guardate come sono ridotto oggi!“.

 

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