Uno dei mantra del mercato di gennaio è stato quello di aggiungere esperienza alla rosa, ma dai “grandi” ci si aspetta molto di più
ESPERIENZA. La troppa gioventù in rosa e l’inesperienza di molti protagonisti della gestione Di Francesco era finita sotto la lente della dirigenza. Acquisti come Nainggolan, Duncan e Asamoah sono infatti andati verso questa direzione, così come anche il pur ventiseienne Rugani può contare su una carriera già di rilievo. A questi si sommano i vari Godin, Pavoletti, Ceppitelli e Klavan, per citare i più grandicelli, tutti ben coinvolti nel progetto del nuovo tecnico Semplici.
DELUSIONE. Eppure della solidità mentale e della sicurezza che dovrebbero trasmettere ai compagni contro lo Spezia non c’è stata neanche l’ombra. Nessuno dei senatori è riuscito a incidere, o almeno a spronare gli altri a farlo, tutti hanno deluso. Klavan ha commesso un’ingenuità da campetto di periferia, Godin ha guidato una difesa senza mai essere capace di tenerla in pista, Nainggolan non pervenuto, Pavoletti a fare salto in alto senza mai prenderne una. Ci ha provato capitan Joao Pedro, ma predicando nel deserto, mentre lo “Sciagurato Egidio” d’Argentina gli ha fatto da guasta feste con un fuoco amico.
DURISSIMA. Rialzarsi adesso è veramente una missione impossibile. Ma bisogna provarci finché la matematica non darà i verdetti. Spetta però ai “grandi” il compito di convincere il gruppo a crederci. La sportellata dello Spezia fa malissimo, si rischia di andare al tappeto con abbondante anticipo e non ci si può nascondere dietro la pressione della piazza. Godin ha giocato il Classico di Madrid (uno pure in finale di Champions); Klavan stava nel Liverpool vice campione d’Europa; Nainggolan ha calcato i campi dell’Olimpico al fianco di Totti nel derby della Capitale. Con questa rosa avere le gambe tremolanti per la lotta salvezza non è ammissibile.