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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari, altro ko con la Lazio: ma atteggiamento finalmente giusto

Dopo un onesto primo tempo rossoblù la squadra di Inzaghi fatica ma si prende i 3 punti e l classifica rimane impietosa

Un altro ceffone. Con il peso del terzultimo posto che aumenta sulle spalle di acquisti stagionati e novizi. La sconfitta per 1-0 all’Olimpico con la Lazio, non rende merito al Cagliari. Gira male, i dettagli non sono a favore. Eppure, l’atteggiamento in avvio è stato buono. Attento, umile, con gli occhi di tigre. Buon segno se si sfida chi ha 37 punti e viene da cinque successi, contro chi non vince da quattrodici partite e ha 15 punti. I rossoblù partono con la fame giusta, quella di chi sa di essere con l’acqua alla gola. E di non potersi permettere distrazioni. Che poi la differenza di valori tecnici, organizzazione, personalità e possesso palla sia da subito a favore dei padroni di casa non è stata una sorpresa. Indisponibili i nuovi Duncan, Deiola, più Sottil e Klavan, Asamoah e Calabresi sono invece in panchina). Si parte a tre dietro. Con Zappa e Lykogiannis in linea e con il trio inedito Walukiewicz-Godin-Rugani, si è visto da subito che Di Francesco con la squadra senza palla ha costruito una saggia linea Maginot. Nainggolan e Nàndez, talvolta JP10, a rubare palloni e schermare Luis Alberto e Lucas Leiva, metronomi laziali. Ma la novità (oltre al debutto di Rugani, schierato nel centrosinistra, posizione rara alla Juventus) è lo sprint vincente di Pavoletti su Simeone.

Le parole della domenica? Da Mihajlovic, che con il 3-0 tiene sul fuoco il Parma, segno che evidentemente, non tutte le colpe erano di Liverani, nel dopo gara: “Ci sono mancati per quasi due mesi sei, sette giocatori importanti. Sento che gli altri piangono appena hanno due assenze. Noi abbiamo fatto partite attente e portato a casa cinque pareggini”. Pareggini di cui non ci si deve vergognare anche perché valgono mezza salvezza. E il Bologna non ha certo un organico più forte di quello del Cagliari. Ma adesso, la preoccupazione lievita.

CONCENTRAZIONE E DISPONIBILITA’. Il tecnico abruzzese pensa a imbrigliare la Lazio e in parte ci riesce. Poi, la punizione a favore regalata al 16’, le palle rinviate o perse male da Rugani, Walukiewicz, Marin e Joào Pedro nel primo quarto d’ora, hanno regalato un brivido. Il primo assalto rossoblù è di Rugani (maglia numero 24) di testa, alto. Marusic e Correa recuperano e pungono. Milinkovic-Savic ci prova, ribattuto. Immobile impegna Cragno, formalità. Ma è Nainggolan che sembra ancora non al top. “Dai Radja, dai Radja” urla Di Francesco. In regia si alternano, con risultati altalenanti, Marin e Nàndez. La fortezza rossoblù non brilla ma regge. Immobile impegna Cragno. Il primo corner rossoblù arriva al 38’. La Lazio non accelera e sulle corsie esterne sbatte sul presidio organizzato da DiFra, con Godin che al centro, svetta sugli altri. Altro segnale incoraggiante. Così come la rete immacolata dopo il primo tempo. La verità? Il pareggio è giusto, il match in 45’ non si è mai acceso.

VITTORIA CASALINGA STRIMINZITA. Lazio con palleggio e pazienza su un Cagliari schierato in equilibrio e distanze buone tra i reparti. Nella ripresa si replica. Lazzari punta e supera Lykogiannis e sul cross Cragno smanaccia. Il greco al 6’ lascia per infortunio, dentro Tripaldelli. Fallo laterale e Marin che scappa: di fronte a Reina, sinistro alto. Inzaghi impreca, mentre Immobile si sveglia e ricorda a tutti chi è: Cragno c’è e devia di piede da pochi metri, con una parata sontuosa. Al 15’, su sponda di Milinkovic-Savic, il centravanti della Lazio e della nazionale la sblocca dall’area piccola: finta e tiro, 19 reti in stagione, 14 in A. Il Cagliari reagisce subito con Pavoletti, tiro ribattuto, su assist di Marin: il rumeno è in crescita. Inzaghi inserisce Lulic e Akpa Akpro per Lazzari e Luis Alberto. Muriqi prende il posto di Correa. Anche Di Francesco cambia: entra Simeone per Zappa e dietro si torna a quattro. Ma a questo punto, modulo e numeri valgono poco o nulla. La squadra rimane timorosa, il baricentro è basso. Al 39’ escono anche Pavoletti e Nainggolan, i quali lasciano spazio a Pereiro e Cerri che subentrano col passo giusto. Il primo crossa, il secondo, su smanacciata di Reina, la calcia alta fallendo il pareggio.  Ci prova Nàndez, Reina blocca ancora. L’assalto nel recupero procura poche occasioni.

NOTARELLE FINALI. 1) Il presidente rossoblù ha spiegato che il progetto “decimo posto” si farà un’altra volta. Alla presentazione di Rugani e Asamoah, ha ammesso l’equivoco Marin, il 4-3-3 e Joào Pedro non adatto, gli esterni buoni solo dalla cintura in su: Mica male. Il numero uno del club ha parlato anche di stadio e di governo. Giulini si è detto contento per l’uscita di scena del ministro dello sport. Comunque la si veda, non certo un commento di riguardo e buone relazioni politiche: magari Vincenzo Spadafora farà altro ma chissà che gioia, locale e nazionale, per il Movimento Cinque Stelle che lo esprime. 2) Eusebio Di Francesco nel dopo gara: “Eravamo contati in mezzo, sono usciti centrocampisti e sono arrivati difensori (mercato di gennaio, ndr)” le parole in tv del tecnico. Ma di chi è la colpa della campagna acquisti e cessioni? 3) A Sky mettono il sale nella ferita ricordando che lo scorso anno, in questo periodo, il Cagliari di Maran era sesto con 31 punti. 4) La settimana scorsa è stata quella anche di un quasi certo siluramento. Al collega Roberto Montesi, vent’anni nella redazione rossoblù, tra un impegno continuo alla cucina di periodici, traduzioni, ufficio stampa e altro, hanno indicato la porta. Le ragioni? Forse, un esubero dovuto alla crisi. Ma magari c’è già pronto il sostituto. Vedremo…

 

 

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