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ESCLUSIVA – Sabau: “Marin è un bravo giocatore. Gli manca un po’ di fisicità”

Ai nostri microfoni abbiamo raggiunto Ioan Ovidiu Sabau, ex centrocampista rumeno, con un passato con le maglie di Brescia e Reggiana

E’ il 25 ottobre 1992, ed il Cagliari di Carletto Mazzone va ad affrontare il Brescia. I rossoblù partono forte e realizzano due gol in pochi minuti grazie a Vittorio Pusceddu e Nicolò Napoli.

La reazione del Brescia non si fa attendere: contatto tra il portiere Ielpo ed un attaccante bresciano e per l’arbitro è clacio di rigore.

Sulla palla si presenta Ioan Ovidiu Sabau, ma il suo tiro finisce sul palo! A distanza di ben 28 anni lo abbiamo raggiunto ai nostri microfoni per parlare di Razvan Marin, suo connazionale che oggi veste la maglia del Cagliari:

Come procede la tua carriera di allenatore?

“Non faccio più allenatore. Nel triennio 2015-2018 ho ricoperto un ruolo dirigenziale di una squadra della serie B rumena, l’Universitatea Cluj, città dove abito. Adesso sono fermo e passò più tempo con la mia famiglia!”

Che ricordi hai della tua esperienza in Italia

“Il ricordo più bello è stato conoscere la verità sui propositi di Dio per l’umanità e per la terra, studiando la Bibbia con i Testimoni di Geova, e diventando un membro attivo. In Italia, inoltre, mi sono fatto veri amici, ho giocato  contro alcuni dei più bravi giocatori del mondo in un periodo in un periodo che calcio italiano non aveva eguali.
Ho imparato una lingua bellissima e conosciuto un paese meraviglioso. Per me è stata una seconda casa”.

“Ho vissuto con grande emozione, tristezza ed angoscia i momenti critici dell’epidemia in Italia nel marzo scorso. Ho pianto alla vista dei carri militari che uscivano da Bergamo con le bare dei defunti. Li ho dei cari amici che mi tenevano aggiornato sulla tragedia che stavano vivendo. Spero che si esca presto da quest’epidemia che anche in Romania ha mietuto le sue vittime, così che le persone possano ritrovare la serenità e la speranza che solo la fede nel Regno di Dio può dare.”

A Cagliari è arrivato Razvan Marin. Purtroppo sta attraversando un periodo negativo. Secondo te è fuori ruolo, o deve ancora ambientarsi al ritmo italiano?

“E’ un giocatore molto serio e bravo tecnicamente. Quello che gli manca, credo, è la fisicità ed un po’ grinta sportiva. Quest’ultima, però, è un dono naturale, difficilmente la si può sviluppare. E’ ovvio che ha pure bisogno di tempo per ambientarsi e capire il calcio italiano, basato prima di tutto sulla disciplina tattica e sulla forza fisica”.

Che consiglio daresti a Razvan per superare questo periodo ed imporsi nel calcio italiano?

“Di lavorare sempre di più, di non accontentarsi e di non mollare”.

 

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