Classe 1987, il centravanti torinese ha detto basta. Con la maglia dei sardi centocinque presenze e trentadue reti in Serie A
Robert Acquafresca ha raccontato, in un’intervista fiume rilasciata ai microfoni di Tuttomercatoweb, i motivi che lo hanno spinto a ritirarsi dal calcio giocato.
BASTA CON IL CALCIO GIOCATO. “C’erano delle possibilità ma non è arrivato quello in cui speravo. Le mie aspettative erano quelle di ricevere almeno la proposta di un bel progetto, cosa che purtroppo non si è verificata. Certamente il Covid ha accelerato la mia decisione. Ma è stata tutta una serie di cose che mi hanno portato a questa decisione“.
GRATO AL CAGLIARI. “Il Cagliari è la mia squadra, è dove ho toccato il punto più alto esprimendomi nel miglior modo possibile. Sarò sempre grato a questa società. E poi mia moglie è sarda, la qualità di vita è altissima. Ho anche fatto parte della nazionale sarda e la cosa mi ha fatto piacere perché significa che ho lasciato un buon ricordo a Cagliari. Mi hanno fatto sentire uno di loro“.
UN SOGNO. “Il calcio è stato un grande sogno per me, ed è stato un onore arrivare a determinati livelli. Quando ripenso a mio papà e mia mamma che non mangiavano per portarmi all’allenamento posso dire di essere uno che ce l’ha fatta“.
IL MIRACOLO. “La salvezza miracolosa con Ballardini (stagione 2007/08) fu qualcosa di miracoloso. Feci 10 gol, avevamo uno squadrone. Futuro? Mi vedo in un ruolo dirigenziale“.