L’ex medico della Nazionale: “In Serie A ci sono più possibilità di gestire meglio la situazione. Servono regole chiare per arrivare a fine campionato”
Gestire il continuo aumento di casi di coronavirus: è questo uno dei principali problemi del calcio italiano, alle prese, come tutti i settori, col ritorno (seppure non a livelli ancora allarmanti) del Covid-19. Il virus c’è e i calciatori non ne sono immuni, ma proseguire nell’attività è possibile, ne è certo Enrico Castellacci.
IL SUO PENSIERO. Intervenuto ai microfoni di TMW Radio, l’ex medico della Nazionale, ha dato la sua ricette: “Le criticità per il calcio sono tantissime. Da presidente dei medici italiani ne sono a conoscenza, e distinguiamo subito la A da B e C. In Serie A ci sono più possibilità di gestire meglio, qualora i protocolli fossero chiari. Il medico sociale non deve far altro che far rispettare le regole che ci sono: positivo in quarantena, gli altri in ritiro ed isolamento fiduciario. Su Serie B e C sappiamo che esistono problematiche economico-logistiche: gli stessi tamponi che aumentano, da farli ogni 72 a ogni 48 ore portano spese che questi club non riescono a sopportare. Non dobbiamo mai accomunarle queste tre realtà, sono tutte diverse: sono mesi e mesi che lo dico. Le realtà più piccole devono essere tutelate con protocolli intelligenti ed elastici, che possano essere rispettati da tutti, altrimenti non si arriva a fine campionato“.