Dal fenomeno Zola alla bandiera Andrea Cossu, ora tocca al classe 2001 raccogliere il testimone dei creativi isolani
ESORDIO. Dopo Carboni, Ladinetti e Gagliano, anche Federico Marigosu entra in pista al ballo dei debuttanti rossoblù organizzato dal tecnico Walter Zenga in questo finale di stagione. Se c’è un merito che andrà riconosciuto all’Uomo Ragno in futuro, senza dubbio sarà il coraggio nell’aver dato fiducia ai giovani del vivaio in un momento delicato della stagione. Un’eredità importante che andrà ovviamente spartita con Max Canzi, l’uomo che ha plasmato una delle formazioni Primavera più forti della storia del club.
IL TALENTO. Marigosu è stato il faro dell’attacco di Canzi, l’imprevedibile trequartista capace di “vedere autostrade dove gli altri vedono solo sentieri”, per citare il grande Boskov. Un talento enorme, colonna fondamentale di un gruppo che ha messo paura allo storico vivaio dell’Atalanta. Ma questo è stato in Primavera, ora arriva la parte difficile. In Serie A la tecnica serve a poco se non è accompagnata da una grande dose di concentrazione (chiedere al compagno di squadra Carboni), ma soprattutto se a supportarla non c’è l’impegno atletico quando la domenica ti trovi davanti gente come Walace, Sema e i deltoidi di Okaka pronti a lanciarti nei cartelloni pubblicitari.
TESTIMONE RACCOLTO. Il passaggio della torcia è avvenuto ieri. Dopo il fenomeno Gianfranco Zola, dopo l’idolo Andrea Cossu, ora tocca al giovane Federico cercare di portare avanti la fantasia sarda nel calcio italiano. Un’eredità pesantissima, certo, ma che senza dubbio vede in lui una speranza rara e concreta. Ora non resta altro che lavorare a testa bassa. Siamo soltanto all’inizio.