Riportiamo a galla un aneddoto di calcio mercato relativo a circa ventiquattro anni or sono
Nella sessione di mercato invernale del 1996 Massimo Cellino deve necessariamente correre ai ripari per rimpolpare un attacco che aveva nel solo Luis Oliveira l’elemento determinante.
Considerato lo scarso rendimento di Darìo Silva e la pubalgia che perseguitava Roberto Muzzi (e che, tra l’altro, non godeva di un rapporto idilliaco con i Giovanni Trapattoni) urgeva la necessità di un attaccante con la giusta cazzimma.
Il patron di Sanluri lo individua in Faustino Hernán Asprilla Hinestroza, meglio noto come Tino. Il giocatore colombiano milita nel Parma, ma il suo stile di vita definito selvaggio, avevano portato la società ducale a trovare di corsa un acquirente.
Ha un ottimo feeling con il goal, ed è dotato di pregevole tecnica e velocità. Le qualità giuste per integrarsi con il giaguaro belga-brasiliano.
La trattativa sembra potersi concludere positivamente per i rossoblù, ma ben presto arrivano le prime “difficoltà”: Cellino è perplesso circa le sue bizze, mentre il Newcastle prova l’inserimento a sorpresa.
Il Parma è deciso a disfarsi del giocatore ed è disposta a venire incontro al Cagliari proponendo un prestito per la cifra di un miliardo di lire.
Il presidente rossoblù, che nel frattempo aveva praticamente chiuso l’acquisto di Fabian O’Neil, alla fine rinuncia e non a torto, poiché di lì a breve Asprilla viene trovato positivo alla cocaina durante le visite mediche svolte proprio per il Newcastle.