La puntata odierna della nostra rubrica è dedicata ad un idolo della tifoseria rossoblù. Solo due anni in Sardegna, ma con un pezzo di cuore trapiantato
Era arrivato quasi in punta di piedi nell’estate del 1990. Carmine Longo lo aveva già adocchiato qualche anno prima, quando vestiva la maglia del Barletta.
L’acquisto Mauro Nardini, di professione tuttocampista, aveva fatto storcere il naso a molti tifosi ed addetti ai lavori secondo cui il Cagliari avrebbe avuto bisogno di ben altro per affrontare la serie A.
Ed invece fu sufficiente il ritiro precampionato per convincere Claudio Ranieri delle qualità di questo ragazzo: moto perpetuo sulle fasce o a centrocampo, cursore magari non troppo raffinato, ma inesauribile.
Sta di fatto che Nardini diventa cardine della squadra che per due anni di fila manterrà la serie A, ed anche grazie alle sue prestazioni che davano sicurezza e grinta al resto dei compagni.
A malincuore, nell’estate del 1992, fu ceduto alla Fidelis Andra, in serie B, dove non potè che diventarne un leader, così come successe qui a Cagliari.
Oggi il buon Mauro è ancora nel mondo del calcio e si alterna nei ruoli di allenatore delle giovanili, ma anche di collaboratore tecnico nella sua Toscana.