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La stagione 1990/1991, all’inferno e ritorno: la clamorosa salvezza del Cagliari

Prosegue il nostro cammino che ci porterà a toccare tutte le tappe più importanti dei cento anni della storia rossoblù: dopo un pessimo girone di andata, l’incredibile rimonta 

L’entusiasmo crescente di una piazza ritornata sul grande palcoscenico della Serie A continuava a sostenere un ambiente col morale finalmente alle stelle. Il Cagliari si appresta ad affrontare la sua prima stagione nella massima serie dopo ben otto anni di assenza.

IL MERCATO. Un altro capolavoro degli Orrù e del direttore sportivo Longo: con la collaborazione del procuratore Paco Casal, arrivano in Sardegna tre uruguaiani che, in un modo o nell’altro, segneranno la storia rossoblù. Insieme a Herrera e Fonseca, messisi in luce ai Italia 90, sbarca a Cagliari il capitano della ‘Celeste‘, Enzo Francescoli, considerato tra i più forti giocatori al mondo, e più volte accostato alla Juventus. Non solo: in rossoblù arriva anche Gianfranco Matteoli, reduce dalla lunga esperienza all’Inter. L’addio che fa più rumore è quello a Lucio Bernardini, che dopo cinque stagioni lascia la maglia del Cagliari per accasarsi con l’Ascoli in B.

IL TERRIBILE IMPATTO CON LA NUOVA REALTÀ. Dopo la batosta in Coppa Italia contro il Lecce (4-0), il Cagliari subisce un secco 0-3 nell’esordio al Sant’Elia contro l’Inter (tripletta del tedesco Klinsmann). Incredibilmente, una settimana dopo arriva il blitz al San Paolo contro il Napoli: 2-1 per i rossoblù, grazie alle reti di Rocco e Fonseca. Ma è solo un fuoco di paglia, perché da quel momento la strada è tutta in salita. La rosa non sembra all’altezza del campionato più difficile del mondo, con diversi elementi non ancora al meglio: primo fra tutti Francescoli, che tarda a trovare la forma migliore. Il Cagliari arriva dunque all’appuntamento con la trasferta sul campo della Juventus: riaccendere le speranze di salvezza sembra un’impresa ormai proibitiva.

LA SVOLTA. È l’immediata vigilia della tredicesima giornata: allo stadio Delle Alpi si gioca la gara contro i bianconeri di Maifredi, e la squadra rossoblù è ultima in classifica, staccatissima dalle dirette concorrenti. A chi consigliava al presidente della società, Tonino Orrù, di cacciare l’allenatore Claudio Ranieri per dare una scossa a uno spogliatoio forse troppo inesperto ad affrontare un palcoscenico così complicato come quello della Serie A, lui rispondeva: “Siamo arrivati in A con Claudio, e se così dovrà essere, con lui torneremo in B”. E Ranieri, il tecnico del doppio salto di categoria (dalla C1 alla A in due anni), in una di quelle conferenze stampa sempre meno affollate, col cuore in mano, ma con tono sempre deciso, quasi fatalmente sentenziò: “Signori, siamo tornati in B. Ora vediamo se saremo capaci di riconquistare la Serie A”. L’affermazione che fece il tecnico romano fu forte e carica di effetto: quel 16 dicembre 1990, infatti, affrontare la Juventus nella sua tana poteva davvero significare l’addio anticipato alla massima serie. E i primi scampoli di partita sembrarono concretizzare qui timori: subito sotto di due gol, con le marcature di Di Canio e Marocchi, il Cagliari sembrava ormai abbandonato al suo destino. Nessuno si sarebbe però immaginato che quello sarebbe stato l’inizio di una scalata prodigiosa: con una profonda metamorfosi nella seconda parte della gara, la squadra rossoblù accorciò prima le distanze con Cornacchia, pronto al tap-in dopo una splendida punizione di Fonseca stampatasi sulla traversa, poi trovò la rete del pareggio con Cappioli, bravo a sfruttare un assist del giovane uruguaiano: 2-2, e punteggio che non cambierà più.

L’INCREDIBILE RIMONTA. Ma fu soprattutto la nuova spinta agonistica vista in campo a stupire maggiormente, una voglia di non arrendersi che non rimase isolata, e che portò, domenica dopo domenica, a una salvezza che ebbe del clamoroso: il Cagliari, dopo un girone di andata chiuso a soli 10 punti, nel girone di ritorno ne fece addirittura 19, viaggiando a una media da qualificazione Uefa. Punti che permisero alla squadra di Ranieri di toccare quota 29, sufficiente ad assicurare un’insperata permanenza nella massima serie.

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