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Cabrini: “Parlare di calcio in un periodo come questo è fuori luogo”

Il dolore di uno dei campioni del mondo del 1982 come quello di tutti gli italiani, per la situazione. Il Covid come un tarlo che si intrufola nel legno

Una voce rotta dal dolore quella di Antonio Cabrini al telefono, lui, nato a Cremona zona afflitta dal Coronavirus, sta vivendo settimane critiche. In esclusiva ha condiviso con noi il suo dispiacere e ha espresso il suo pensiero su quello che sta accadendo in Italia per colpa del Coronavirus.

Un periodo buio, il peggiore dal dopoguerra, con il Covid 19 che ha messo in ginocchio il Paese…
“Non è facile assolutamente, sentiamo ogni giorno quello che sta accadendo in tv. Personalmente sto vivendo come la maggior parte degli italiani, chiuso in casa e rispettando le direttive imposte dal Governo. Per evitare che questo virus si espanda bisogna fare ciò che ci è stato chiesto”.

 I dati dei contagiati e delle persone guarite ci fanno sperare, anche se la ripresa sarà ancora lunga…
Negli ultimi giorni alcuni dati sono certamente positivi. In base alle statistiche e ai numeri possiamo vedere l’andamento del Covid come procede. Tutti speriamo che il picco arrivi il prima possibile, in modo da poter riprendere, quando il Governo ce lo dirà, le nostre attività giornaliere. Tengo a precisare che la cosa fondamentale è il comportamento dei cittadini: solo stando attenti possiamo sconfiggere il Coronavirus”.

Il calcio è in attesa di conoscere il suo futuro. Magari qualche battibecco poteva essere risparmiato?
“In questo momento non me la sento di fare polemiche parlando di calcio. Tutti noi stiamo vivendo un dramma. Lo sport viene dopo, molto dopo; la questione adesso è riportare il popolo italiano alla serenità e alla normalità il prima possibile. In questo momento faccio fatica a parlare di calcio, mi sento un po’ fuori luogo”.

Le piacerebbe vedere la Serie A giocare nel periodo estivo?
“Adesso è presto per dirlo. Dobbiamo vedere giorno dopo giorno la situazione legata al virus. Prima di pensare a come poter rigiocare, l’aspetto fondamentale è che tutti stiano bene, che il Covid sia sconfitto e dopodiché sedersi ad un tavolo e trovare soluzioni. Ci sono persone adatte e capaci che in un momento di tranquillità decideranno le sorti dello sport in generale non solo del calcio”.

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