Dalle colonne del Corriere dello Sport il noto giornalista commenta la demonizzazione del contropiede nel linguaggio del calcio moderno
PAROLACCIA. Secondo il giornalista Alberto Polverosi da questa domenica “la parola contropiede esce dal vocabolario calcistico ed entra in quello delle offese”. Il riferimento è al battibecco tra Conte e Capello nel post Inter-Napoli, quando il tecnico nerazzurro si è risentito per le lodi verso le “ripartenze” dei suoi, interpretando le parole di Capello come un attacco alla vocazione difensivista della sua squadra.
DISAMINA. Polverosi difende “la tradizione del calcio italiano” e i nomi che l’hanno portata alla ribalta come Rocco, Herrera, Valcareggi, Bearzot, Trapattoni e Lippi. “Se studiando l’avversario – scrive – ho capito i suoi punti deboli, perché non dovrei sfruttarli avendo contropiedisti come Lukaku? Più che un difetto è una virtù”.
IL CAGLIARI. Contropiede però non vuol dire rinuncia, cosa che invece, secondo Polverosi, ha fatto erroneamente il Cagliari contro la Juventus: “Il Cagliari a Torino si è rintanato dietro per ottanta minuti e ne ha presi quattro” commenta causticamente attaccando il gioco mostrato domenica dalla squadra di Maran. “Quando Ranieri arrivò al Valencia – conclude – riunì i giocatori e disse: “voi volete sempre la palla tra i piedi, ma se vi dico che arriviamo in porta con cinque passaggi voi dovete credermi e seguirmi”. Quel Valencia vinse la Coppa del Re battendo il Real Madrid, ponendo le basi della squadra che con Cuper arrivò due volte in finale di Champions”.