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Verona, la macchina del tempo: storia e protagonisti

La squadra veneta, che affronterà il Cagliari nella sesta giornata di campionato, ha in comune con i rossoblù quell’unicum tricolore che ha riscritto la storia

REALTÀ. L’idea di un gruppo di studenti del liceo classico Maffei, il consiglio del loro professore di greco ed ecco la nascita dell’Associazione Calcio Hellas: era il 1903. La società cambiò poi nome in Football Club Hellas Verona assorbendo una società minore, il Verona appunto. Fu così che il pallone si sviluppò nella città scaligera. Quest’ultimo termine, associato da sempre a Verona e alla squadra, deriva dalla famiglia Della Scala che governò tra il 1262 e il 1387. Nello stemma sociale faranno capolino anche l’immagine stilizzata di una scala – proprio dallo stemma araldico dei Della Scala – e due possenti mastini, con l’adozione del giallo e del blu come colori sociali. Questi ultimi richiamano i colori comunali, in realtà oro e azzurro.

CRESCITA. Affacciatosi alla Serie B, il Verona trascorse numerose stagioni alternandosi con la terza serie in seguito a un periodo negativo, in particolare attorno al secondo conflitto mondiale. I gialloblù dovettero attendere il 1957 per festeggiare la prima agognata promozione in A: l’artefice fu l’allenatore Angelo Piccioli, ma l’esperienza si concluse dopo un solo anno. Un abbonamento alla cadetteria valido fino al 1968, momento della nuova promozione nel massimo campionato. Gli scaligeri si disimpegnano bene, stagione dopo stagione, mantenendo sempre la categoria e rendendosi protagonisti nel 1973 del famoso Verona-Milan 5-3 (nota come “Fatal Verona” per i rossoneri) che costò lo scudetto a Rivera e compagni tra le polemiche. Il tristemente noto “scandalo della telefonata“, che vide coinvolto il presidente Garonzi, portò alla retrocessione d’ufficio per illecito. Un autentico protagonista delle vicende veronesi di quel tempo fu il geniale Gianfranco Zigoni, personaggio a tutto tondo.

Gianfranco Zigoni

TRICOLORE. Nel 1981 l’arrivo sulla panchina veronese di Osvaldo Bagnoli sancì un’imprevedibile e decisiva svolta nei destini del club. Il tecnico centrò subito la promozione in Serie A, portando i veneti a un sorprendente 4° posto nel 1983 dopo che a lungo avevano conteso alla Roma la testa della classifica: il Verona si qualificò per la prima volta per le coppe europee. Ma fu nel 1984 che furono aggiunti alla squadra i tasselli decisivi per il grande salto, con gli ingaggi dei fortissimi Hans-Peter Briegel e Preben Elkjaer, protagonisti di livello internazionale. Accanto all’atipico portiere Garella, il temibile stopper Fontolan, l’elegante libero Tricella, la regia di Di Gennaro, le scorribande di Fanna e i guizzi di “Nanu” Galderisi, il Verona conquistò nel campionato 1984-85 un sensazionale scudetto. L’antidivo Bagnoli fu portato in trionfo, realizzando un exploit forse irripetibile proprio come lo scudetto del Cagliari tre lustri prima. In Coppa dei Campioni il cammino si fermò nei quarti contro la Juventus campione uscente, poi i riflettori sulla favola veronese si spensero. Il tecnico e il presidente Chiampan cercarono di mantenere competitivo il gruppo per tutto il resto del decennio, smantellando tuttavia la rosa dello scudetto anno dopo anno senza trovare adeguati sostituti. Nel 1990 arrivò l’amara retrocessione che chiuse un’epoca.

ANNI RECENTI. Bagnolì se ne andò (con il record assoluto di panchine in gialloblù), un anno dopo la società fallì ma incredibilmente riuscì a centrare la promozione con il nuovo tecnico Fascetti. Nel 1995 l’acquisizione dell’attuale denominazione Hellas Verona Football Club e la perenne altalena tra A e B. Il club non riuscì ad evitare addirittura la caduta in C (dopo 64 anni) nel 2007 e rischiò un ulteriore dramma sportivo: se il gol di Zeytulaev non l’avesse salvata nello spareggio contro la Pro Patria, sarebbe arrivata la quarta serie. La risalita, con il prestigioso obiettivo raggiunto da Luca Toni che si laureò capocannoniere della Serie A nel 2015. Nell’ultima stagione il ritorno nel massimo campionato, grazie alla vittoria nei play-off sui corregionali del Cittadella.

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