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Brescia, la macchina del tempo: storia e protagonisti

Il sodalizio lombardo, primatista assoluto di partecipazioni in B, è stato protagonista in A solo ad intermittenza ospitando fior di campioni

Operai e pallone. Il calcio venne introdotto a Brescia nei primissimi anni del Novecento. Furono gli operai, ad introdurre quel pallone di cuoio in città e contagiare pian piano decine di praticanti. La fondazione del Brescia ha luogo nel 1911, con la fusione tra le società Gimnasium, Unione Sportiva Bresciana e Victoria: ecco il Foot Ball Club Brescia. I primi due grandi protagonisti con la maglia biancazzurra sono stati due portieri, arrivati entrambi in Nazionale: Trivellini e Peruchetti. Con l’avvento della Serie A a girone unico, alla cui prima edizione 1929-30 riuscì a partecipare, il Brescia ha iniziato il suo complicato rapporto con il calcio di vertice. Dopo quelle prime annate, avvengono le cadute in B e in C. Nel 1936 cambia denominazione in Associazione Calcio Brescia.

A e B. Due campionati di A negli anni Quaranta restano episodi isolati per poco meno di un ventennio, da squadra abbonata alla cadetteria (tuttora il club italiano con più partecipazioni, 61). Il Brescia torna nell’olimpo nella seconda metà degli anni Sessanta, presentando buoni interpreti come l’attaccante Virginio De Paoli. Si aprì in seguito uno dei periodi più difficili del club sul versante dei risultati. La società cambiò nuovamente nome nel 1976, diventando Brescia Calcio. Fu solo nel 1980, con Gigi Simoni in panchina, che le rondinelle ritornarono – sebbene per una sola stagione – in A. Nel 1986-87 un’altra comparsata veloce, da ricordare per il debutto italiano di un giovane terzino sinistro brasiliano futuro campione del mondo: Claudio Ibrahim Vaz Leal, detto Branco.

L’era Corioni. Nel 1990 Luigi Corioni acquisì l’intero pacchetto azionario del club, dando via a un’era che sarebbe stata caratterizzata da tanti eventi positivi. Come l’arrivo a Brescia del contingente rumeno formato da uno dei migliori giocatori europei, Gheorghe Hagi, accompagnato dai vari Sabau, Raducioiu, Mateut e soprattutto il tecnico Mircea Lucescu. L’ottimo lavoro del settore giovanile formò autentici campioni sul lungo periodo, basti citare Andrea Pirlo. Il capolavoro di Corioni però ha un altro nome, quello di Roberto Baggio.

L’epoca d’oro. Il fuoriclasse di Caldogno firmò inaspettatamente per il Brescia nell’estate 2000, chiamato dall’allenatore Carlo Mazzone: l’inizio di un sodalizio di grande successo. La piazza biancazzurra applaudì le ultime recite, spesso fantastiche, di Baggio. Il numero 10 riuscì ad andare in doppia cifra per quattro campionati di fila, contribuendo ad altrettante salvezze nonostante i maledetti infortuni e la cocente delusione della mancata convocazione per il Mondiale 2002. Vestirono in quel periodo la casacca bresciana anche un altro fuoriclasse, Pep Guardiola, e bomber di razza come Luca Toni e Dario Hübner. Senza dimenticare i gemelli Antonio ed Emanuele Filippini, istituzioni del club. Con il ritiro di Baggio, avvenuto nel 2004, si spense gradualmente l’epoca d’oro del Brescia che nel frattempo aveva scoperto pure la ribalta europea.

Declino e rinascita. L’innesto di ottimi elementi come gli ex nazionali Diamanti e del bomber Caracciolo aiutarono, però la squadra ha in seguito continuato a zoppicare. Al termine del campionato cadetto 2013-14 gravi problemi economici portarono alle dimissioni di Corioni, poi nel 2017 il passaggio nelle mani dell’ex presidente del Cagliari Massimo Cellino: l’imprenditore è riuscito a riportare il sodalizio in Serie A al termine dell’ultima stagione, dominata in lungo e in largo, dopo una prima annata di assestamento con la salvezza all’ultima giornata.

Record. Il 2019-20 sarà il 23° campionato del Brescia in massima serie, 33° se si contano anche le annate in Prima Categoria, Prima Divisione e Divisione Nazionale. Il citato Giuseppe Peruchetti (1907-1995) è il primatista di presenze nel campionato italiano più importante con 163 gettoni, come le 45 segnature di Roberto Baggio tra il 2000 e il 2004 rappresentano il record di reti in A per un giocatore del Brescia. Andrea Caracciolo è il bomber assoluto con 170 gol.

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