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Quando era azzurro il cielo sopra Berlino

Tredici anni fa l’Italia allenata da Marcello Lippi vinse la Coppa del Mondo in Germania battendo in finale ai rigori la Francia

ARIA PESANTE. Era l’Italia di Calciopoli. Era il punto più basso della storia del nostro calcio. La Nazionale si preparava alla competizione più attesa e attorno c’era aria di tempesta. Le aspettative erano buone, ma non alte. Marcello Lippi al timone di una nave in burrasca e un equipaggio di grandi nomi, giovani di belle speranze e eroi per caso. Tanti campioni all’ultima grande occasione, qualcuno nel pieno del vigore, altri acciaccati.

IL MIRACOLO. Gli azzurri però si sa, nei momenti difficili tirano fuori il meglio. La prima partita era già un trionfo: 2-0 al Ghana grazie a un Pirlo formato “Alien” e alla sorpresa Iaquinta. Seguiva un pareggio scialbo, 1-1 con gli Usa, in cui De Rossi veniva espulso praticamente per tutto il Mondiale e l’Italia subiva l’unico gol del torneo sino alla Finale. Memorabile la terza gara con la Repubblica Ceca, una partita che ha consegnato alla storia Simone Barone, uno di quegli “eroi per caso” di cui si accennava prima. La cavalcata con Inzaghi ce la ricordiamo a memoria come una poesia di Gianni Rodari alle elementari. I ragazzi erano agli ottavi, obiettivo minimo raggiunto, ma il sorteggio faceva altezzosamente sognare. C’era l’Australia e si sapeva già che in caso di vittoria c’era una tra Svizzera e Ucraina ai Quarti.

IN DISCESA. L’Australia era un’outsider e in campo sapeva fare le barricate: il muro di Berlino diciassette anni dopo regge sino al 95′. Per abbatterlo era servita una fucilata a mezza altezza di sua maestà Francesco Totti Re di Roma, direttamente su rigore procurato da un Fabio Grosso posseduto dal demonio. Ai Quarti la sfida con l’Ucraina di Shevchenko era solo una formalità: 3-0 e si andava faccia a faccia con i padroni di casa. Il gioco si faceva duro.

IL TRIONFO. “Palla tagliata, messa fuori, c’è Pirlo, Pirlo, Pirlo! Ancora, Pirlo di tacco! Il tiro!”. Tredici anni dopo sono ancora stampate in testa le immagini con il commento di Caressa. Era il gol di Grosso, poi la chiudeva Del Piero con una liquirizia dolcissima. L’Italia batteva la Germania 2-0 ed entrava nella storia. Bisognava entrare nella leggenda. In Finale con la Francia si partiva male: rigore ingenuamente regalato ai transalpini da Materazzi, vantaggio di Zidane. Il 23 azzurro si faceva perdonare poco dopo saltando fino alla Mesosfera per colpire il pallone del pari, mentre il fenomeno dei bleu poco dopo chiudeva la sua carriera con un’ignobile testata. Si andava così ai rigori e qui il racconto scritto si conclude, non serve più:

 

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