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Nuovo stadio, la Conferenza dei servizi non basta: serve la valutazione di impatto ambientale

Secondo l’associazione ecologista “Gruppo di intervento giuridico” occorre un ulteriore passaggio burocratico per passare all’ultima fase di progettazione: è il cosiddetto “VIA”.

SI MUOVONO GLI ECOLOGISTI. Dopo un silenzio assordante, sottolinea Tuttosport, finalmente si torna a parlare di stadio nuovo a Cagliari. Le problematiche nate dopo l’ampliamento della capienza da poco più di 20.000 a (potenzialmente) 30.000 spettatori, aveva richiesto ulteriori passaggi burocratici. La Conferenza dei servizi di giovedì scorso sembrava aver sbrogliato la situazione. Ma secondo gli esperti dell’associazione ambientalista “Gruppo di intervento giuridico“, sarà necessario un ulteriore passaggio.

TASSELLI MANCANTI.Dopo il via libera della Conferenza di servizi al nuovo stadio di Cagliari ora – scrive l’associazione sul proprio sito, come riportato da SardiniaPost – serve anche il Via, la valutazione di impatto ambientale, potenzialmente anche su base volontaria. Questo in virtù della complessità delle opere previste, delle caratteristiche dell’area d’intervento, su cui insistono molteplici vincoli, e delle ripercussioni che interventi di questa natura hanno, non solo a livello di sito, ma anche di area vasta, sia in fase di cantiere che di esercizio”.

ASPETTI POSITIVI. Non mancano anche alcune considerazioni positive sulle novità che apporterebbe il nuovo stadio: “Un ingombro volumetrico ben inferiore all’attuale (l’attuale stadio Sant’Elia si estende su una superficie di circa 74.500 metri quadri, mentre le aree adibite a parcheggio, comprensive dell’area attualmente occupata dallo stadio provvisorio, hanno una superficie di circa 85.500 metri quadri), impianti sportivi aperti alla cittadinanza, una migliore sistemazione del verde pubblico sono senza dubbio elementi positivi del nuovo Stadio di Cagliari”.

ULTIMI TASSELLI. Non bisogna dimenticare – in effetti – che la posizione risulta essere di consistente impatto ambientale in una fascia a soli 300 metri dal mare e confinante con un quartiere come quello di Sant’Elia ad alto tasso abitativo.Mancano ancora una serie di tasselli, pratici e burocratici: studi sulla logistica (dalla viabilità all’esterno all’affluenza dei tifosi all’impianto con i mezzi pubblici) ma anche il parere ultima e definitivo che toccherà all’Assemblea Civica. Poi la fase finale di progettazione, infine la prima pietra.
LUCE IN LONTANANZA. Non siamo alla fine del tunnel, insomma, anche se la luce in lontananza nel fondo si inizia a vedere. Le elezioni regionali (che coinvolgono anche l’amministrazione comunale) di certo non aiutano. E questo ulteriore passaggio richiesto dagli ecologisti, evidentemente necessario, potrebbe rendere le procedure ancor più intricate.
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