
I rossoblù latitano sotto porta: la fase d’attacco e troppo prevedibile e se si ferma Pavoletti il gol non arriva quasi mai. La situazione
Che il reparto avanzato del Cagliari non sia devastante è ormai risaputo. Ma partita dopo partita, la situazione diventa sempre più chiara: il Cagliari è Pavoletti-dipendente, gli altri segnano col contagocce e, quel che è peggio, si tira poco in porta. La gara di ieri contro l’Empoli ha messo in evidenza un dato davvero disarmante: appena tre i tiri in porta dei rossoblù contro la squadra di Iachini. Decisamente allarmante, se si pensa che i toscani sono dietro in classifica rispetto alla compagine di Maran, diretta concorrente per la salvezza.
Un altro elemento preoccupante è la scarsa varietà in fase offensiva, finalizzata sempre alla testa dell’attaccante livornese. Occorre variare, ma per farlo servirebbero gli interpreti giusti, che il Cagliari in questo momento non possiede.
Il possesso palla, 56,5% per il rossoblù contro il 43,5% dell’Empoli, mette in risalto quello che alla fine è stato il tema della gara di ieri alla Sardegna Arena: molto equilibrio, ma anche difficoltà a prendere in mano il pallino del gioco offensivo. Maran dovrà lavorare molto per riequilibrare i reparti, pur sapendo che 19 reti segnate in 20 partite giocate finora rappresentano un bottino davvero esiguo per una squadra che punta a una salvezza tranquilla.
